I prodotti naturali come rimedi per la salute. La raccomandazione del Ministero della Salute.

Il vademecum dell'uso dei prodotti naturali

Pubblicato su Settembre 20, 2019, 9:42 pm
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Parleremo di natura e prodotti naturali.

Di tradizioni, studi e rimedi in dispensa, con un occhio sempre al panorama giuridico.

La rubrica non può non essere introdotta, quindi, ricordando le raccomandazioni del Ministero della Salute – contenute in un documento risalente (marzo 2012) ma sempre attuale – sull’uso di tisane ed integratori alimentari.

I prodotti naturali come supporto

Doverosa la precisazione: i prodotti presentati come “naturali”, riconducibili ad alimenti a base vegetale come tisane o integratori, “non hanno e non possono avere alcuna finalità di cura”.

Nessun dubbio, quindi, sulla capacità positiva di questi prodotti di “favorire fisiologicamente le funzioni dell’organismo nell’intento di ottimizzarne il normale svolgimento”

Bisogna conoscere le caratteristiche dei prodotti naturali
Bisogna conoscere le caratteristiche dei prodotti naturali

Incisa, però, la raccomandazione che facciamo nostra:

Funzioni alterate in senso patologico richiedono sempre il controllo e l’intervento del medico, con la prescrizione all’occorrenza dei presidi terapeutici più indicati nel caso specifico per il recupero delle condizioni di normalità“.

L’approccio al prodotto “naturale” deve essere sempre supportato da opportuna informazione e conoscenza: l’origine vegetale del prodotto non costituisce di per sé una garanzia.

Conoscere i prodotti naturali

Durante una tavola rotonda sull’argomento anni fa, una scienziata sugellò la discussione con una frase certamente esasperata ma altrettanto efficace: “Anche la cicuta è un’erba”.

Lo abbiamo detto, si tratta certamente di una colorita esemplificazione, ma i rimedi naturali non possono prescindere da una conoscenza oggettiva (sul prodotto) e soggettiva (sugli effetti anche personali).

Un valido aiuto viene fornito anche dall’etichetta, che spesso reca avvertenze specifiche in presenza di particolari estratti vegetali.

Nelle scorse settimane abbiamo assistito impotenti alla disfatta della curcuma, che da potente toccasana enfatizzato nei social è diventato in poco tempo un pericoloso nemico foriero di ineludibile epatite.

In effetti il problema era reale, e portato da cosa?

Leggiamo la nota del Ministero della Salute del 26 luglio 2019:

A seguito delle indagini condotte sui casi di epatite colestatica segnalati dopo l’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, e, in un caso, dopo il consumo di Curcuma in polvere, il gruppo interdisciplinare di esperti appositamente costituito e la sezione dietetica e nutrizione del comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale hanno concluso che, ad oggi, le cause sono verosimilmente da ricondurre a particolari condizioni di suscettibilità individuale, di alterazioni preesistenti, anche latenti, della funzione epato-biliare o anche alla concomitante assunzione di farmaci”.

Noti i benefici della curcuma, ma il consumo può arrecare danni in concomitanza di ipersensibilità individuale o di assunzione di farmaci, dal che le prossime indicazioni obbligatorie in etichetta.

Anche gli integratori possono avere controindicazioni

Anche i prodotti naturali possono avere controidicazioni

Nel caso dell’integratore “curcuma” (il condimento per uso cucina ne é rimasto estraneo), é accaduto esattamente quanto già indicato nel documento del 2012:

Va anche considerato che il consumo di un prodotto di derivazione vegetale come complemento della dieta, soprattutto se concomitante con l’assunzione di altri prodotti o farmaci, può innescare nell’organismo una serie di reazioni e interazioni metaboliche passibili anche di sfociare in effetti inattesi e indesiderati.

L’attenzione non riguarda soltanto gli integratori alimentari, ma ogni prodotto di origine naturale quali tisane ed infusi: si raccomanda un uso attento e consapevole, ricordando che il rimedio naturale non é metodo di cura ma strumento di supporto, che non deve mai precludere il parere del medico.

Cautela per bimbi e mamme

Tale avvertenza è d’obbligo per i bambini e le donne in gravidanza o durante l’allattamento: L’eventuale impiego di derivati vegetali ed integratori presso le fasce suddette, pertanto, non dovrebbe avvenire senza consultare il pediatra o il medico per valutare se a livello individuale ricorrano o meno le indicazioni per un uso entro adeguati margini di sicurezza che possa offrire plausibili benefici”.

In particolare, queste le raccomandazioni specifiche:

  • per un uso sicuro di infusi e tisane in soggetti nei primi tre anni di vita, che comunque non ricadono nel campo normativo degli alimenti per la prima infanzia, occorre seguire la stessa norma di comportamento rivolgendosi preventivamente al pediatra, anche al fine di evitare in questo caso interferenze negative con l’allattamento al seno.
  • La futura mamma e la mamma che allatta, prima di assumere prodotti naturali o integratori sotto forma di tisane, pastiglie, sciroppi o simili, chieda il parere del medico curante per accertare che la scelta sia in linea con le proprie esigenze e le proprie particolari condizioni.

Entriamo nel meraviglioso e sorprendente mondo dei segreti della natura e dei rimedi naturali per conoscere le caratteristiche e proprietà dei prodotti, nonché mantenere ed ottimizzare il benessere evitando usi od abusi che possano arrecare pregiudizio; in ogni caso senza alcuna finalità di cura.

Redazione