Pandemia COVID-19: perché le donne sono meno colpite?

Differenze di genere rispetto alla pandemia COVID-19: l’Istituto Superiore della Sanità riferisce sui possibili meccanismi

Pubblicato su Aprile 23, 2020, 7:54 pm
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L’Istituto Superiore della Sanità ha pubblicato un approfondimento sulle differenze di genere in rapporto alla pandemia Covid-19.

La premessa è che sussistono, come acclarato dai dati, “differenze importanti nell’insorgenza, nelle manifestazioni cliniche, nelle risposte ai trattamenti e negli esiti di malattie comuni a uomini e donne”.

Di recente abbiamo affrontato questo aspetto anche parlando di celiachia e malattie autoimmuni, evidenziando le ragioni per cui la risposta femminile è inversamente proporzionale a quella rispetto alle patologie virali.

In quel contesto é emerso che le donne sono maggiormente affette da celiachia e patologie autoimmuni, ma hanno una maggiore resistenza alle malattie virali.

E in merito alla pandemia COVID-19?

Nel contesto della pandemia da COVID-19, i dati a livello mondiale indicano che l’infezione da SARS-CoV-2 produce effetti diversi negli uomini e nelle donne, come dimostrano i tassi di contagi e quelli di letalità.

Non si tratta di una questione specifica territoriale, od almeno questo non traspare dalle evidenze.

In Cina, ad esempio il tasso di letalità dei casi confermati è pari al 4,7% negli uomini a fronte del 2,8% riscontrato nelle donne; in Italia il rapporto è di circa 3:1 a vantaggio delle donne in tutte le fasce d’età.

Le ragioni del vantaggio femminile

L’Istituto superiore della Sanità elenca alcune ipotesi che potrebbero giustificare questa posizione favorevole del sesso femminile rispetto alla pandemia in atto:

  • una maggiore tendenza degli uomini al tabagismo (fattore di rischio per contrarre l’infezione e per sviluppare un quadro clinico più grave della malattia)
  • una più spiccata abitudine delle donne a dedicare uno spazio significativo della propria quotidianità all’igiene personale
  • una risposta immunitaria, sia innata che adattativa, più pronta ed efficace nelle donne che negli uomini.

Ancora una volta, però, dobbiamo richiamare la diversificazione, di tipo ormonale e genetico, tra i due sessi proprio in relazione ai meccanismi alla base dell’infezione.

La risposta al virus

L’IIS ne spiega il funzionamento:

  • il virus responsabile del COVID-19 penetra nelle nostre cellule legandosi a un recettore chiamato ACE2 (Angiotensin Converting Enzyme 2, Enzima di Conversione dell’Angiotensina);
  • questo enzima che regola la vasocostrizione delle arterie si trova sulle cellule dell’epitelio polmonare dove protegge il polmone dai danni causati dalle infezioni, infiammazioni e stress;
  • quando il virus si lega ad ACE2 ed entra nella cellula, fa diminuire la sua espressione e lo sottrae così allo svolgimento della sua funzione protettiva.

A questo punto interviene la predetta differenziazione:

  1. nelle donne in età fertile gli estrogeni sono in grado di aumentare la presenza del recettore ACE2 facendo sì che questo enzima, anche dopo l’infezione, riesca a svolgere la sua funzione di protezione, in particolare nei confronti dei polmoni;
  2. gli ormoni androgeni sembra, invece, che svolgano un ruolo opposto nell’influenzare l’espressione di enzimi cellulari coinvolti nelle fasi che seguono l’attacco del virus al recettore, favorendo le fasi successive dell’infezione delle cellule polmonari.

Il ruolo dei cromosomi

Deve aggiungersi un ulteriore aspetto, trattato proprio in relazione alla maggiore predisposizioni delle donne, di converso, alle malattie come la celiachia:

  • nelle cellule femminili ci sono due cromosomi X mentre nelle cellule maschili sono presenti un cromosoma X e un cromosoma Y;
  • nelle cellule femminili, quindi, per impedire la ridondante espressione dei prodotti dei geni presenti in doppia copia sui cromosomi X, si verifica una fisiologica inattivazione casuale di uno dei due cromosomi;
  • restano, tuttavia, porzioni cromosomiche che sfuggono l’inattivazione e i geni presenti in queste zone possono essere sovraespressi nelle donne.
  • ACE2 è codificato proprio in queste regioni del cromosoma X che sfuggono all’inattivazione di uno dei due cromosomi X, sostenendo così l’ipotesi di una maggiore espressione di questa proteina nei polmoni delle donne.

L’Istituto superiore della Sanità quindi ritiene che in futuro “sarà importante effettuare studi specifici, anche retrospettivi, per valutare il ruolo degli ormoni sessuali nelle differenze di genere riscontrate durante questa pandemia, (come per esempio il ruolo della terapia ormonale sostitutiva in donne colpite da COVID-19) e per capire meglio il ruolo dei geni che sfuggono all’inattivazione di uno dei due cromosomi X nelle cellule femminili e dei loro regolatori, per identificare determinanti patogenetici sesso-specifici di progressione della malattia indotta dal virus SARS-CoV-2”.

CELIACHIA È SOPRATTUTTO DONNA. LA DIFFERENTE RISPOSTA IMMUNITARIA E LA RESISTENZA AI VIRUS

(fonte IIS )

Redazione