Scorza di agrumi in cucina: trattata o no?

Indicazioni utili per leggere l'etichetta e sapere se gli agrumi abbiano la buccia trattata o non commestibile

Pubblicato su Aprile 07, 2020, 6:54 pm
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In molte ricette, dolci o salate, leggiamo tra gli ingredienti “scorza grattugiata” di limone o di arancia.

In questo periodo la preparazione di tantissime ricette pasquali, dalla colomba casalinga ai biscottoni tipici con l’uovo sodo, richiede di aromatizzare l’impasto grattugiando un agrume.

Nella spiegazione vediamo riportata quasi sempre una precisazione, molto apprezzata invero dai più: scorza non trattata o priva di additivi.

“Scorza non trattata di limoni” é cosa diversa da “scorza di limoni non trattati”.

Come saperlo? Basta leggere l’etichetta nella confezione degli agrumi.

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Agrumi trattati in superficie

La normativa europea impone agli Stati membri di indicare “ove ne venga fatto uso” nell’etichette degli agrumi (in ciascun imballaggio, “in caratteri raggruppati su uno stesso lato, leggibili, indelebili e visibili dall’esterno”), gli “agenti conservanti o delle altre sostanze chimiche utilizzati in trattamenti post-raccolta” (regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione).

Se la scorza è trattata o meno, dunque, viene indicato in etichetta, con le indicazioni obbligatorie delle sostanze utilizzate, per una corretta informativa al consumatore anche in prevenzione di fenomeni allergici.

Sulle confezioni può comparire in aggiunta la dicitura “agrumi trattati in superficie” o similare.

In alcuni casi, infatti, gli agrumi dopo la raccolta vengono trattati (secondo quantitativi che lascino residui a norma di legge) per prevenire la formazione di muffe o funghi che porterebbero a rapido deterioramento del prodotto.

Le sigle che indicano i trattamenti in superficie

Vediamo, dunque, le sigle che possono comparire in etichetta e che indicano lo specifico trattamento post raccolta con sostanze chimiche.

Le sigle più ricorrenti delle sostanze utilizzate nei trattamenti sulla superficie dei frutti rientrano tra gli additivi (tutti indicati dalla sigla con inziale E).

In particolare, possono essere utilizzati gli additivi della categoria dei conservanti (da E200 a E299).

gli agrumi possono essere trattati in superficie dopo la raccolta

Il trattamento con additivi per il trattamento superficiale della frutta, lo ribadiamo, deve avvenire secondo le indicazioni della normativa UE, e quindi con sostanza autorizzata e nel rispetto dei limiti dei residui previsti.

Gli agrumi possono essere, inoltre, trattati con alcune cere (sigle da E900 a E909) e glasse (da E 910 a 919); i trattamenti più frequenti sono con E904 (gommalacca) e E914 (cera polietilenica ossidata).

In tutti questi casi la frutta è “trattata in superficie”.

Buccia edibile o non edibile

Nelle etichette si può leggere anche “trattato con imazalil”, un discusso fungicida per il quale è previsto anche l’obbligo di indicazione “buccia non edibile”, ovvero non commestibile.

Soltanto in riferimento a tale trattamento, al momento, vi è indicazione specifica di scorza non commestibile.

La scorza di limone con l’indizione di “buccia non edibile”, pertanto, non deve essere assolutamente utilizzata nelle preparazioni alimentari.

Sempre più frequentemente, invece, i produttori che non effettuano trattamenti post raccolta, appongono in etichetta indicazioni come “non trattato in superficie dopo la raccolta” oppure “buccia edibile”.

L’informativa non é obbligatoria per legge, ma é sempre più diffusa per rispondere alle richieste ed alle abitudini alimentari dei consumatori, sempre più sensibili ad un approccio green.

In questo caso il produttore, che se fornisce informative ulteriori deve comunque attenersi alla veridicità, avverte i consumatori che gli agrumi non hanno subito trattamenti chimici dopo la raccolta, ma nulla dice su eventuali trattamenti in fase di coltivazione.

Sappiamo, così, anche senza cercare sigle varie, che possiamo disporre di “scorza non trattata”.

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E se si acquista frutta sfusa?

Le indicazioni sono obbligatorie “in ciascun imballaggio” ma siamo consapevoli che per il consumatore è praticamente impossibile leggere le indicazioni nell’imballaggio originari quando acquista frutta sfusa.

Anche la presenza di foglie o l’assenza di lucidità di per sé non sono indice infallibile di un mancato trattamento.

Se proprio si vuole avere certezza dello stato della scorza per le nostre preparazioni culinarie è preferibile acquistare prodotti confezionati o da rivenditore fidato che fornisca tali indicazioni.

Gli agrumi biologici

I trattamenti post raccolta con le sostanze appena indicate sono vietati per la produzione agricola biologica.

La scorza degli agrumi biologici può ritenersi, pertanto, “non trattata” e certamente commestibile.

Sulle informazioni in etichetta del grano duro, leggi articolo

Redazione