ANFORE: CONTENITORI CHE PARLANO

L'antica ... blockchain alimentare. Etichette, codici a barre e tracciabilità già nel mondo antico: sulle anfore le informazioni del prodotto.

Pubblicato su Dicembre 16, 2019, 6:30 pm
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Le anfore sono i contenitori per eccellenza, direi per definizione, della storia sin dall’età più antica; per varietà di forme, diffusione e praticità possiamo definire l’anfora, con un ardito paragone che potrà sembrare blasfemo agli occhi dei puristi, come il noto contenitore ermetico in plastica dell’antichità.

Le anfore sono chiaccherone, ci raccontano di chi e dove sono state fatte, cosa trasportavano e come sono state utilizzate, sono straordinari testimoni dei traffici, dei commerci e delle culture.

Cosa contenevano le anfore?

Con il termine anfora, si intende “un vaso portato da ambedue le parti” e quindi un contenitore munito di due anse per un agevole trasporto di prodotti di varia natura.

Nel settore alimentare l’utilizzo di anfore era diffusissimo: oltre a vino ed olio, infatti, erano utilizzate per il trasporto di alimenti freschi o lavorati, dal pesce alle salse, dalla frutta fresca alle preparazioni di frutta secca.

Columella ci racconta, inoltre, che le anfore erano adibite anche al trasporto di “conserve”, tra cui primeggiavano le conserve di frutta al miele.

I dati archeologici hanno dimostrato anche utilizzi per una serie di prodotti non legati al mondo alimentare. Se interessati ad approfondire vi è una sterminata bibliografia di studi eccellenti in materia: mi limito a citare Manacorda, Clementina Panella, Disantarosa, non me ne vogliano plotoni compatti di studiosi e archeologi che vi hanno dedicato le loro energie, tempo ed intelletto.

Etichette e codici a barre già nelle anfore

Ma quali erano i “codici a barre” e i “QR -code” del periodo? Erano molti, numerosi e anche sorprendentemente ricchi di informazioni…per chi fosse stato in grado di leggerli.

anche le anfore romane avevano le etichette

Vediamo rapidamente queste “etichette” del mondo antico.

I “signacula” (bolli impressi prima della cottura dell’argilla) identificano il contenitore, il moderno packaging, indicando il fabbricante.

Gli antenati delle etichette per come le leggiamo oggi sono i Tituli Picti, iscrizioni apposte sul collo o sulle anse con vernice vegetale o minerale, solitamente nera, utilizzando un pennello di setole di animale o anche il dito stesso.

I Tituli Picti solitamente sono molto dettagliati; indicano, infatti, il contenuto e la provenienza, il peso del prodotto e le caratteristiche anche qualitative. Assistiamo anche ad un approccio alla tracciabilità, con informazioni sul produttore e sul trasportatore.

In molti casi le indicazioni sulle anfore venivano impresse tramite “Graffiti”, vere e proprie iscrizioni apposte dal vasaio durante la cottura o successivamente dal produttore o spedizioniere; in questo caso i segni spesso erano simboli per addetti ai lavori.

Incredibile, ma vero: anche in antichità i prodotti di maggior richiamo commerciale venivano “taroccati” da produttori senza scrupoli e spesso le iscrizioni delle anfore traevano in inganno.

Enrico de Zorzi