Primo ok per il Green Deal: mercato unico verde, deforestazione zero e nuove norme sull’etichettatura tra gli interventi sollecitati.

Il Parlamento europeo risponde positivamente alla Comunicazione della Commissione dell’11 dicembre 2019, dal titolo "Il Green Deal europeo".

Pubblicato su Febbraio 11, 2020, 11:53 pm
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A poco più di un mese, il Parlamento europeo risponde alla Comunicazione della Commissione dell’11 dicembre 2019, dal titolo “Il Green Deal europeo“.

Con la risoluzione del 15 gennaio  2020 “si compiace della comunicazione della Commissione sul Green Deal europeo; condivide l’impegno della Commissione di trasformare l’UE in una società più sana, sostenibile, equa e prospera, con zero emissioni nette di gas a effetto serra (GES); chiede la necessaria transizione verso una società europea climaticamente neutra entro il 2050 e che tale obiettivo diventi una storia di successo europea”

Aderendo all’invito della Commissione europea si impegna, dopo questa prima reazione, con l’avanzamento dei lavori sul Green Deal a “pronunciarsi con posizioni più dettagliate sulle misure ed azioni specifiche e di avvalersi pienamente dei propri poteri legislativi per esaminare e modificare eventuali proposte della Commissione onde garantire che sostengano tutti gli obiettivi del Green Deal”.

La risoluzione supera anche lo stesso compiacimento: il Green Deal deve porsi al centro della strategia europea per una nuova crescita sostenibile, per creare opportunità economiche oltre che garantire la salubrità dell’ambiente.

Il Parlamento europeo risponde al Green Deal

I cambiamenti climatici ed il degrado ambientale “sono sfide mondiali che richiedono una risposta mondiale” e l’Unione Europea può porsi, aderendo alla posizione della Commissione, leader mondiale in termini di interventi per l’ambiente e per il clima.

Perché ciò accada sarà necessario mobilitare ingenti investimenti pubblici e privati, cui dovranno corrispondere sufficienti risorse e incentivi fiscali e di mercato per la riuscita di una transizione ecologica a favore di un cambiamento sociale, industriale ed economico positivo e sostenibile.

Obiettivi del Green Deal: rafforzare l’ambizione climatica dell’UE per il 2030 e il 2050

La risoluzione del Parlamento europeo conferma l’impegno ad una neutralità climatica “al più tardi” entro il 2050 per cui invita la Commissione a presentare una proposta di normativa europea sul clima entro il marzo 2020 che miri anche a portare al 55 % rispetto ai livelli del 1990 le emissioni interne di GES per il 2030.

Del resto, lo abbiamo letto, nel Documento di dicembre 2019 la Commissione si era già impegnata a presentare entro tale data un patto europeo per il clima.

Chi inquina paga

Il Parlamento europeo manifesta il proprio consenso alla proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia per quanto riguarda le questioni ambientali, volendo così applicare il principio “chi inquina paga” e tenendo conto nel contempo delle politiche fiscali nazionali senza aggravare le disuguaglianze.

Fornire energia pulita, economica e sicura

La questione energia ha un ruolo chiave nella transizione verso un’economia a zero emissioni nette di GES per cui chiede la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili al fine di conformarla a tale ambizione e fissare obiettivi nazionali vincolanti per ciascuno Stato membro.

Per conseguire gli obiettivi dell’UE in materia di clima e di sostenibilità, infatti, tutti i settori devono avvalersi maggiormente di energia da fonti rinnovabili con graduale eliminazione dei combustibili fossili.

In questo ambito, la risoluzione rinforza l’orientamento della Commissione volta all’incoraggiamento di ristrutturazioni di edifici pubblici e privati ed in particolare di scuole e ospedali; è necessario, si precisa, “ristrutturare il parco immobiliare esistente, dando vita a edifici a energia quasi zero per poter conseguire la neutralità in termini di emissioni di carbonio al più tardi entro il 2050”.

Proprio il settore edilizio presenta un elevato potenziale di risparmio energetico, come pure un potenziale di produzione in loco di energia rinnovabile, che può stimolare l’occupazione e contribuire alla crescita delle PMI.

Il Parlamento europeo ricorda il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali nel sostenere la transizione verde, e la centralità dell’economia circolare, per la quale chiede un ambizioso nuovo piano d’azione.

Tra gli strumenti che si individuano per la realizzazione del progetto, ampio spazio viene riservato alle modalità di raccolta dei rifiuti ed alla raccolta differenziata nonché alle misure dell’UE contro l’inquinamento da plastica e l’eccessivo ricorso ad imballaggi, risrevando ampia disamina alle misura per adeguare i trasporti alle esigenze ambientali.

Leggiamo, quindi, un’espressione nuova: il Parlamento europeo incita ad un mercato unico verde dell’UE “per stimolare la domanda di prodotti sostenibili”.

In tema di mercato, quindi, ruolo primario lo rivestono i consumatori che devono essere “consapevoli e bene informati”; spazio quindi a informazioni trasparenti, comparabili e armonizzate sui prodotti, compresa l’etichettatura dei prodotti, sulla base di dati solidi e di ricerche condotte sui consumatori.

“Dal produttore al consumatore”: concepire un sistema alimentare equo, sano ed ecocompatibile

Il Parlamento europeo “accoglie con favore la proposta della Commissione di presentare una strategia “dal produttore al consumatore” nel 2020, al fine di realizzare una politica alimentare più sostenibile, che riunisca gli sforzi per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere l’ambiente e preservare e ripristinare la biodiversità con l’ambizione di garantire che i cittadini europei ricevano alimenti accessibili, di alta qualità e sostenibili, garantendo al contempo un tenore di vita dignitoso per gli agricoltori e i pescatori e la competitività del settore agricolo”.

impegno per un mercato unico verde

Deve essere rafforzata la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare, e quindi devono essere contrastate le pratiche sleali ed invece premiati i produttori che forniscono alimenti e beni pubblici di elevata qualità in aderenza alle norme rigorose in materia ambientale e di benessere degli animali.

Nell’ultimo anno di vigenza della PAC attuale, la risoluzione incoraggia una nuova PAC sostenibile  e che sostenga attivamente gli agricoltori e li incoraggi, mediante le sue misure, a realizzare maggiori benefici ambientali e climatici.

In questo quadro, si conferma la volontà dell’UE di ridurre drasticamente la dipendenza dai pesticidi come uno degli obiettivi prioritari per un’agricoltura sostenibile.

A tal proposito, il Parlamento europeo “sottolinea che la legislazione sui materiali a contatto con gli alimenti e sui livelli massimi di residui di pesticidi andrebbe rivista e dovrebbe basarsi sulle più recenti conclusioni scientifiche”.

Per favorire la salubrità dell’alimentazione, esorta la Commissione a vietare gli additivi alimentari nocivi per la salute umana, ricordando il ruolo primario che gli alimenti sani svolgono nella riduzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori.

Uno stimolo normativo viene dato anche in tema di etichettatura: “le modalità digitali per fornire informazioni possono integrare ma non sostituire le informazioni sull’etichetta”, per cui “invita la Commissione a prendere in considerazione una migliore etichettatura dei prodotti alimentari, ad esempio in termini di etichettatura nutrizionale, indicazione del paese d’origine sull’etichetta per determinati prodotti alimentari ed etichettatura relativa all’ambiente e al benessere animale, con l’obiettivo di evitare la frammentazione del mercato unico e fornire informazioni obiettive, trasparenti e di facile consultazione per i consumatori”.

Preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità. Obiettivo “inquinamento zero”

La perdita di biodiversità prosegue ad un ritmo allarmante ed è improcrastinabile un intervento dell’UE che superi anche i confini, sia direttamente nell’ambito dei summit internazionali in programma sia indirettamente.

in attesa di un progetto Inquinamento zero

Invita, dunque, la Commissione “a presentare senza indugio una proposta relativa a un quadro giuridico europeo basato sul dovere di diligenza onde garantire catene di approvvigionamento sostenibili e a deforestazione zero per i prodotti immessi sul mercato dell’UE, avendo particolare cura di affrontare le principali cause della deforestazione importata e incoraggiare piuttosto le importazioni che non creano una deforestazione in paesi terzi”.

Andrà proposto, inoltre, quanto prima nel 2020 una strategia per un ambiente non tossico che sia ambiziosa e intersettoriale, “al fine di garantire un’adeguata protezione di tutti gli europei dalle sostanze nocive, compresi i consumatori, i lavoratori e le popolazioni vulnerabili”, adottando anche un’azione legislativa chiara che affronti il problema dei prodotti farmaceutici nell’ambiente.

Qui il pensiero corre all’antibiotico-resistenza.

Il “Non nuocere

Dopo ampia analisi sugli investimenti necessari e sugli incentivi alla ricerca e all’innovazione, il Parlamento europeo conferisce il proprio placet  al concetto del principio del “non nuocere” e all’impegno della Commissione a garantire che tutte le azioni dell’UE contribuiscano a creare un futuro sostenibile e a realizzare una transizione giusta, promuovendo il ruolo leader dell’UE.

Non resta che attendere gli interventi programmati per il 2020, in vista di un decennio che vede impegni presi a tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Sulla proposta di PAC per gli Impollinatori, leggi articolo

Redazione