L’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) ha pubblicato il Rapporto sull’analisi di mercato per il settore apistico con le prime valutazioni sui danni economici per la campagna produttiva 2019 (Rapporto ISMEA settore apistico 2019) .
Focus iniziale sui dati della produzione di miele in Italia e nel mondo:
- a circa 1,86 milioni di tonnellate ammonta la produzione mondiale di miele nel 2018 secondo i dati FAO, in costante crescita (incremento negli ultimi dieci anni pari al 23%);
- sono tre i continenti in cui si concentra la produzione: l’Asia (49%), Europa (21%) e Americhe (18%) – Fonte FAO;
- Primo produttore mondiale la Cina con 543 mila tonnellate, pari al 29% della produzione mondiale, seguita dalla Turchia con 114 mila tonnellate e l’11% di quota (Fonte FAO).
- L’Unione Europea con una produzione di circa 230 mila tonnellate di miele si attesta come secondo produttore mondiale con un totale di circa 17,5 milioni di alveari e oltre 650 mila apicoltori (fonte Commissione UE);
- All’interno degli Stati membri ciascun apicoltore possiede in media 21 alveari, secondo i dati raccolti dalla Commissione Agricoltura; trattasi di media stante la notevole divergenza dei dati tra ciascun Stato membro (dai 100 alveari per ciascun apicoltore in Grecia e Spagna passiamo alla media di 6 o 7 in Inghilterra e Germania; l’apicoltore italiano, come il francese, ha una media di 27 alveari).
Sulla resa media, però, si evidenziano significative differenze: in Germania la resa media è di 35 Kg/anno per alveare, in Italia di 25 Kg/anno in linea con la media europea, mentre la Grecia scende a soli 9 Kg/anno”
Il panorama apistico in Italia
Ecco i dati secondo il Rapporto ISMEA sulla produzione di miele in Italia:
- Quarto posto in Unione Europea per l’Italia per numero di alveari (1,4 milioni di cui circa 390 mila stanziali e 556 mila nomadi, i restanti sono invece alveari per produzione hobbistica e autoconsumo), con un incremento del 7% rispetto al 2017.
- I dati sulla produzione italiana effettiva di miele divergono a seconda della fonte richiamata: 8 mila tonnellate la produzione italiana di miele secondo i dati ISTAT ( che però, come dichiara ISMEA “prende in considerazione l’apicoltura unicamente in occasione dei censimenti generali dell’agricoltura che… rilevano esclusivamente parte degli allevamenti strutturati nel settore agricolo”) ed oltre 23,3 mila tonnellate secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale sul miele;
- La produzione è diffusa in tutte le regioni italiane; maggiore produzione in Piemonte, con oltre 5 mila tonnellate nel 2018, seguita da Toscana (oltre 3 mila) e da Emilia Romagna (oltre 2 mila).
- La resa media per alveare a livello nazionale, per le aziende professioniste che praticano nomadismo, è di circa 30 kg/alveare (33 kg/alveare nelle regioni del Nord Ovest e Nord Est, 35 kg/alveare al Centro e di 22 kg/alveare per le regioni del Sud e delle Isole).
- Alla luce dei dati raccolti, la stima di ISMEA della produzione italiana di miele per l’annata apistica 2018 è “quantificabile in circa 23.000 tonnellate se rapportata al numero complessivo di alveari censiti e in circa 21.000 tonnellate se rapportata al numero di alveari supposti in produzione. I due valori evidenziano un range accettabile nel quale collocare la produzione nazionale 2018”.
Ruolo primario nella stima della produzione in Italia viene riconosciuto nel Rapporto alla Banca Dati Apistica (BDA) ed all’obbligo di registrazione per gli apicoltori con la dichiarazione degli alveari detenuti e della loro posizione geografica.
Apicoltori ed alveari
I dati della BDA aggiornati al 1 giugno 2019 riportano che sono 51.578 gli apicoltori in Italia, di cui 33.800 circa produce per autoconsumo (65%) e 17.767 producono per il mercato muniti di partita IVA (35%).
Dei 1.473.665 alveari censiti, nel 2018 sono oltre 173 mila gli alveari che producono miele biologico.
E le vendite di miele in Italia?
Nel 2018 in Italia, secondo il Rapporto ISMEA, è diminuita la domanda di miele, dopo un trend in crescita nel triennio precedente (-5% in volume e -3% in spesa).
Chi compra oggi più miele è la famiglia con componenti di età adulta e avanzata (70% dei consumi).
Il dato che colpisce è che le famiglie con figli piccoli e le giovani coppie sono quelle che nei 5 anni hanno ridotto i consumi di miele del 25%.
Per l’acquisto di miele ci si reca principalmente negli ipermercati e supermercati (71%), con una spesa media di € 10,34 al chilo, o nei discount (21%) dove il prezzo medio scende ad € 6,96.
In realtà i dati del mercato tradizionale e libero servizio (che secondo i dati incide al complessivo 8%) non possono essere precisi, in quanto il monitoraggio viene eseguito sulle vendite a scontrino tra consumatore finale e distribuzione organizzata, per cui resta chiaramente fuori la vendita diretta.
Nel 2018 le famiglie italiane hanno acquistato presso la distribuzione organizzata 14.637 tonnellate per un valore di oltre 138 milioni di euro.
FOCUS NORMATIVO
L’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è un ente pubblico economico, istituito con l’accorpamento di preesistenti istituti: Istituto per Studi, Ricerche e Informazioni sul Mercato Agricolo (già ISMEA), Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina, Istituto sviluppo agroalimentare (ISA) Spa e Società gestione fondi per l’agroalimentare (SGFA) s.r.l.
Le principaili funzioni istituzionali vertono sulla realizzazione diservizi informativi, assicurativi e finanziari e la costituzione di forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate.