Solitamente durante il periodo estivo si pone un’attenzione particolare alla cura, alla salute e alla prevenzione della nostra pelle, la quale è costantemente sottoposta ad attacchi da agenti esterni come i raggi UV del sole.
Purtroppo durante questo periodo un problema che potrebbe verificarsi per tutti coloro che seguono terapie farmacologiche prescritte o consigliate al banco della farmacia è costituito dalla foto-sensibilizzazione da farmaci o comunque da molecole o principi attivi presenti anche in certi preparati fitoterapici, erboristici o nutraceutici, che spesso e non sempre in maniera appropriata, sono definiti come integratori alimentari. Negli ultimi anni si sta registrando un incremento dell’incidenza di reazioni di fotosensibilità dovute a farmaci sistemici o topici, profumi, cosmetici o piante medicinali.
Bisogna inoltre precisare che contro le reazioni cutanee da fotosensibilità da farmaci non c’è crema solare che possa funzionare.
Questa fotosensibilità va intesa come una reattività esagerata per esposizione alle radiazioni solari in uno spettro d’azione che generalmente risulta innocuo per la maggior parte dei soggetti.
Le reazioni fotosensibili sono limitate a parti specifiche dello spettro elettromagnetico e si verificano principalmente nell’intervallo specifico dei raggi UVA (lunghezza d’onda 315-400 nm), sebbene alcuni farmaci producano fotosensibilità all’esposizione alla radiazione UVB (280-315 nm) o persino alla luce visibile (400-740 nm).
È stato inoltre descritto anche un effetto combinato di diverse lunghezze d’onda.
In genere i meccanismi che stanno alla base di questo fenomeno, compreso anche il fenotipo di reazione ovvero il “fototipo”, possono suddividersi in dermatiti di tipo fototossico e di tipo fotoallergico; nel primo caso si ha un danno dovuto soprattutto alla formazione di specie reattive dell’ossigeno che inducono danno tissutale e le alterazioni a livello cutaneo si manifestano come scottature di grado più o meno intenso e si sviluppano in poche ore, mentre nelle nel caso di reazioni fotoallergiche esse si manifestano anche alcuni giorni dopo con caratteristiche analoghe ad un eczema, possono presentarsi sia livello topico che sistemico, e possono richiedere una diagnosi clinica appropriata.
Per quanto figura le zone colpite non si salva nulla, il connubio sole-farmaco non fa prigionieri, vale tutto dalle articolazioni alla schiena, fino al viso e al collo.
In ogni caso risulta molto importante seguire una regola che vale a prescindere ovvero evitare l’esposizione nelle ore in cui vi è la massima concentrazione di un certo tipo di radiazioni nocive, quali UVB e UVC, in particolare tra le 11 e le 15.
Ma vediamo queste reazioni più nel dettaglio.
a cura di Mauro Miceli ed Elisabetta Villa (per leggere l’articolo completo, clicca qui)
(fonte U.P.A.I.NU.C.)
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