Il Consiglio dell’Unione Europea il 25 febbraio ha adottato una decisione che autorizza l’avvio dei negoziati UE – Regno Unito per un nuovo partenariato.
La Commissione sarà il negoziatore dell’UE – che ha nominato negoziatore il sig. Michel Barnier, decisione accolta favorevolmente dal Consiglio – il cui mandato si fonda nelle direttive di negoziato oggi contestualmente adottate.
Oltre al documento che autorizza l’inizio dei negoziati – il cui via libera era stato dato ieri pomeriggio – i ministri dei 27 Stati membri hanno infatti adottato anche un allegato di 46 pagine contenente le linee guida che Barnier dovrà mantenere nella conduzione delle trattative
Il desiderio espresso è quello di instaurare con il Regno Unito “un partenariato economico ambizioso, di ampia portata ed equilibrato” che “dovrà poggiare su solidi impegni che garantiscano condizioni di parità per una concorrenza libera e leale, in considerazione della prossimità geografica e dell’interdipendenza economica tra l’Unione e il Regno Unito”.
È stata espressa l’intenzione dell’Unione europea di istituire con il Regno Unito “un accordo di libero scambio in cui sia garantita l’assenza di tariffe e contingenti applicabili agli scambi di merci”.
Per le direttive di negoziato, vai al link
Direttive sul futuro accordo nel settore pesca
Chiare le previsioni già per il settore della pesca: il futuro partenariato dovrebbe mantenere sia il vigente accesso reciproco alle acque, sia le quote stabili di contingente.
Si prevede un accordo sulla pesca entro il 1° luglio 2020, per avere congruo tempo di determinare le possibilità di pesca dopo la fine del periodo di transizione.
L’accordo ovrebbe garantire una pesca responsabile continua che garantisca la conservazione a lungo termine e lo sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine, in linea con i principi previsti dal diritto internazionale e dell’Unione Europea che richiamano quelli sottesi alla politica comune della pesca di cui al regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013.
L’obiettivo del partenariato dovrebbe essere quello di “sostenere le attività di pesca dell’Unione”, mirando ad evitare la dislocazione economica dei pescatori dell’Unione impegnati in attività di pesca nelle acque del Regno Unito.
L’UE cercherà di istituire, complessivamente, con il Regno Unito un partenariato globale per la sicurezza (cooperazione delle autorità di contrasto e giudiziarie in materia penale, la politica estera, la sicurezza e la difesa).
All’inizio di marzo dovrebbe tenersi la prima riunione formale tra i negoziatori dell’UE e del Regno Unito.
Anche post Brexit: chi inquina paga!
Le direttive dei negoziati UE – Regno Unito prevedono che il livello comune di protezione ambientale previsto da leggi, regolamenti e pratiche non debba scendere al di sotto del livello previsto dalle norme comuni applicabili all’interno dell’Unione e del Regno Unito alla fine del periodo di transizione.
Come dire, non può che migliorarsi: ciò in diversi ambiti, dalla valutazione di impatto ambientale alle emissioni industriali; dalla conservazione della natura e della biodiversità alla gestione dei rifiuti; dalla protezione e conservazione della natura alla riduzione ed eliminazione dei rischi per la salute umana e animale o per l’ambiente derivanti dalla produzione, dall’uso, dal rilascio e dallo smaltimento di sostanze chimiche.
Il partenariato previsto dovrebbe garantire il rispetto del principio di precauzione, fermo restando che il danno ambientale dovrebbe essere corretto in via prioritaria alla fonte mantenendo la ratio per cui “chi inquina paga”.
Climate change: rafforzare la strategia
Le direttive dei negoziati prevedono una riaffermazione degli impegni UE – Regno Unito di attuare efficacemente gli accordi internazionali per affrontare i cambiamenti climatici, compresi quelli stabiliti nell’ambito delle Convenzioni quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), come l’Accordo di Parigi.
L’intento dovrà essere quello di promuovere la cooperazione globale per mantenere la leadership dell’Europa in lotta al cambiamento climatico.