Influenza aviaria: allerta per nuove epidemie in Europa

Come nel 2005 e nel 2016, possibili epidemie in Europa di influenza aviaria ad alta patogenicità. Le raccomandazioni agli Stati membri. Rischi e misure preventive.
Pubblicato su Ottobre 18, 2020, 6:47 pm
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L’Unione Europea sollecita gli Stati membri ad intensificare la sorveglianza e le misure di biosicurezza per prevenire possibili nuove epidemie di influenza aviaria quest’anno.

L’allerta è conseguenza dei focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) verificatisi tra gli uccelli selvatici ed il pollame nella Russia occidentale e nel Kazakistan negli ultimi mesi.

La zona è una rotta di migrazione autunnale degli uccelli acquatici diretti in Europa.

L’esperienza delle epidemie di influenza aviaria 2005 e 2016

In passato si è visto che l’Europa settentrionale e quella orientale sembrano le più vulnerabili a nuove epidemie, come accadde nel 2005 e nel 2016 quando l’HPAI venne rilevata nella stessa area della Russia.

L’EFSA avverte che “se quest’anno il modello si ripeterà, l’HPAI dovrebbe giungere nelle medesime zone europee tra l’autunno e l’inverno. Non è da escludere una successiva diffusione ai Paesi dell’Europa meridionale e occidentale” (cfr. Aggiornamento sull’influenza aviaria in Europa e fuori Europa redatto dall’EFSA, dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dal Laboratorio di riferimento dell’Unione europea per l’influenza aviaria per il periodo tra maggio e agosto 2020).

Le raccomandazioni agli Stati membri

In richiamo alla legislazione UE sui sistemi di riduzione del rischio e di individuazione precoce dell’HPAI, nel documento si raccomanda ai Paesi dell’Unione europea di:

  • adottare misure per individuare tempestivamente i casi sospetti di HPAI e aumentare le misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli;
  • allertare le autorità sanitarie veterinarie e faunistiche circa il probabile rischio di ingresso dell’HPAI e sollecitarle a tenere sotto osservazione nonché effettuare celermente test sugli uccelli selvatici morti o malati.

Un improvviso e duraturo calo delle temperature nella Russia centrale e nel Kazakistan potrebbe innescare il dilagare del virus dell’influenza aviaria.

Diversi studi hanno evidenziato che proprio durante le ondate 2005-2006 e 2016-2017 il freddo portò alla rapida propagazione verso ovest del virus HPAI tramite uccelli migratori infetti.

Rischio alla popolazione e misure di prevenzione

“Il rischio di trasmissione dei virus dell’influenza aviaria alla popolazione europea” precisa l’EFSA “resta molto basso”. Tuttavia, “per ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo, si consiglia di non toccare gli uccelli morti senza indossare adeguati dispositivi di protezione individuale”.

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Redazione