Riso cambogiano: perché l’Italia non vuole agevolazioni

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Bellanova scrive al Commissario europeo al commercio Phil Hogan

Pubblicato su Febbraio 10, 2020, 6:00 pm
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Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, scrive al Commissario europeo al commercio Phil Hogan per chiedere l’”inserimento automatico del riso nella lista dei prodotti esclusi dai benefici per l’esportazione”.

Il Ministro chiede, in particolare, di “prestare massima attenzione al tema” e, soprattutto, “prevedere una clausola che stabilisca l’automatico inserimento del riso” nella lista dei prodotti cambogiani da escludere dai benefici per l’esportazione (dazi zero) nell’ambito del regolamento europeo denominato EBA.
Nessuna agevolazione, quindi, per i prodotti cambogiani (tra cui tessili e scarpe) a causa dell’accertata violazione di diritti umani, civili, del lavoro.

“Scelta da cui dipende il  futuro della risicoltura europea e italiana in particolare” si precisa nella nota a mezzo della quale si è inteso ribadire ancora una volta la posizione italiana, sollecitando una presa di posizione dell’Europa in tal senso.

“Come sai” prosegue la nota “nei prossimi giorni verrà sottoposto all’attenzione del Collegio dei Commissari la proposta di atto delegato con il quale la Commissione intende avviare la procedura di ritiro temporaneo delle preferenze tariffarie accordate alla Cambogia nell’ambito del regime EBA”. Misura “seppur pesante” opportuna, precisa il Ministro italiano, “in un regime conclamato di continue e ripetute violazioni dei diritti umani, civili, e del lavoro, da parte delle Autorità cambogiane nei confronti di bambini, cittadini e lavoratori”.

Tuttavia, e questo è il punto, “nella lista dei prodotti cui la Commissione propone l’applicazione di preferenze tariffarie non compare il riso”.

Proprio perché “il settore risicolo europeo, benché al momento goda della clausola di salvaguardia – dalla durata molto limitata – continua ad essere caratterizzato da un grave squilibrio di mercato, dovuto anche ai progressivi aumenti di importazioni di riso greggio e lavorato dai Paesi Eba” è necessario “prevedere nel progetto di atto delegato una clausola che stabilisca l’automatico inserimento del riso, al termine della durata temporale della salvaguardia, nella lista di esclusione dalle preferenze tariffarie. Scelta da cui dipende il futuro della risicoltura europea e italiana in particolare”.

Redazione