In un comunicato di oggi, l’OMS aggiorna sulla notizia che nei giorni scorsi si è diffusa circa i primi casi di contagio di influenza aviaria A (H5N8) sull’essere umano.
Il 18 febbraio scorso, infatti, dalla Russia è arrivata la notifica all’OMS del rilevamento del ceppo H5N8 in sette campioni clinici umani.
I campioni sono stati prelevati da lavoratori di allevamenti avicoli impegnati nelle operazioni di contenimento di un focolaio di influenza aviaria A (H5N8) rilevato in un allevamento di pollame nell’Oblast ‘di Astrakhan di grandi dimensioni.
Il focolaio di influenza aviaria ed il contagio umano
La vicenda ha avuto inizio il 3 dicembre 2020, al segnale di un probabile focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nell’allevamento avicolo in questione, ed immediatamente le autorità nazionali hanno adottato le misure previste, dalla cessazione dei cicli di produzione del pollame all’abbattimento e smaltimento e conseguente disinfezione.
Proprio durante e dopo l’abbattimento di tutto il pollame, sono stati raccolti tamponi nasofaringei e campioni di siero dai lavoratori dell’allevamento avicolo e dal personale coinvolto; 150 persone sono state monitorate ed hanno ricevuto una terapia di profilassi antivirale.
È stato, dunque, eseguito il sequenziamento dell’intero genoma dei virus dell’influenza aviaria A (H5N8) isolati in una delle sette persone e nel pollame, poi caricato nel database Global Initiative on Sharing All Influenza Data (GISAID).
Gli effetti del contagio
Le sette persone positive, 2 uomini e 5 donne, hanno un’età compresa tra i 29 e i 60 anni.
I casi, si legge nella nota, sono rimasti asintomatici per l’intera durata del follow-up (diverse settimane); non sono state riportate manifestazioni cliniche evidenti da parte dei lavoratori agricoli sotto sorveglianza medica, dei loro familiari o di altri contatti stretti.
I virus dell’influenza A (H5N8) isolati in questo focolaio appartenevano al clade 2.3.4.4b dei virus dell’influenza aviaria A (H5Nx).
Nel 2020, i virus dell’influenza aviaria A (H5N8) sono stati rilevati anche nel pollame o nei volatili selvatici in Bulgaria, Repubblica Ceca, Egitto, Germania, Ungheria, Iraq, Giappone, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Regno Unito e Federazione Russa.
La valutazione del rischio ed i consigli dell’OMS
La probabilità di infezioni umane da virus dell’influenza A (H5N8) è stata considerata bassa, ma devono essere acquisite ulteriori indagini genetiche e antigeniche.
Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, si legge nel comunicato dell’OMS, il rischio di trasmissione da uomo a uomo rimane basso.
Le raccomandazioni OMS per prevenire l’infezione umana da influenza aviaria
I sette casi di contagio umano non hanno modificato le attuali raccomandazioni dell’OMS sulle misure di salute pubblica e sulla sorveglianza.
Come per altri virus, la trasmissione respiratoria avviene principalmente per droplets; può verificarsi la trasmissione aerea a breve distanza dei virus influenzali, in particolare negli spazi chiusi e affollati.
La contaminazione delle mani e l’esposizione a volatili infetti o materiali o ambienti contaminati da virus sono potenziali fonti di infezione.
La formazione del personale
L’OMS raccomanda, dunque, la formazione del personale coinvolto nelle misure in caso di influenza aviaria: chi procede a campionamenti, smaltimenti, abbattimenti e pulizia deve essere adeguatamente formato su come proteggersi, e sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI).
Le persone coinvolte in questi compiti dovrebbero, inoltre, essere registrate e monitorate attentamente dalle autorità sanitarie locali per sette giorni dopo l’ultimo giorno di contatto con il pollame o il loro ambiente.
Proprio per la continua evoluzione dei virus influenzali, l’OMS continua a sottolineare l’importanza della sorveglianza globale per rilevare i cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali circolanti che possono influenzare la salute umana (o animale).
È fondamentale anche la tempestiva condivisione dei dati acquisiti per la valutazione del rischio nonché un’analisi approfondita di tutte le potenziali nuove infezioni umane da influenza.
Tutte le infezioni umane causate da un nuovo sottotipo di influenza sono soggette a notifica ai sensi del Regolamento sanitario internazionale (IHR), con obbligo degli Stati parti dell’IHR a notificare immediatamente all’OMS qualsiasi caso confermato dal laboratorio di una recente infezione umana causata dal nuovo sottotipo di influenza A con la possibilità di causare una pandemia.
In caso di infezione umana confermata o sospetta
In caso di infezione umana confermata o sospetta, deve essere condotta un’indagine epidemiologica approfondita sull’anamnesi di esposizione ad animali, di viaggio e tracciamento dei contatti, anche in attesa dei risultati di conferma di laboratorio.
L’indagine epidemiologica dovrebbe includere l’identificazione precoce di eventi respiratori insoliti che potrebbero indicare la trasmissione da persona a persona del nuovo virus.
I campioni clinici raccolti dovrebbero essere testati ed inviati a un Centro di collaborazione dell’OMS per un’ulteriore caratterizzazione.
I consigli per i viaggiatori
I viaggiatori in Paesi con focolai noti di influenza aviaria dovrebbero evitare allevamenti, contatti con animali nei mercati di animali vivi, accessi in aree dove gli animali possono essere macellati o il contatto con qualsiasi superficie che sembra essere contaminata da feci animali.
I viaggiatori dovrebbero anche lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e seguire una buona sicurezza alimentare e buone pratiche di igiene alimentare.
Per quanto riguarda la situazione attuale, sulla base delle informazioni attualmente disponibili l’OMS sconsiglia qualsiasi controllo speciale o restrizione riguardo alle aree interessate dal focolaio in questione.
(fonte OMS)
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