Carlo Goldoni, il diritto e la buona tavola a teatro

Nel giorno dell’anniversario della sua nascita, attraverso alcune sue opere ricordiamo Carlo Goldoni come avvocato e come testimone della tavola del Settecento
Pubblicato su Febbraio 25, 2023, 2:54 pm
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Il 25 febbraio 1707 a Venezia nasceva Carlo Goldoni, espressione artistica del Settecento, autore di oltre 200 commedie, testimone della cultura della Serenissima.

Nel 314° anniversario della sua nascita lo ricordiamo come cultore del diritto ma anche intenditore della buona tavola, lasciando testimonianza degli usi e dei costumi della Venezia del Settecento.

Carlo Goldoni intraprese gli studi giuridici senza abbandonare la propria passione per la commedia ed il teatro.

Le commedie di Carlo Goldoni (link pubbl.)

Carlo Goldoni, avvocato veneziano del Settecento

Le vicende della vita portaro il giovane Carlo Goldoni a laurearsi all’Università di Padova e a dedicarsi alla professione forense.

Carlo Goldoni era, dunque, un avvocato con la passione del teatro e della commedia in particolare, o forse meglio un commediografo con l’impegno della carriera forense, prima di trasferirsi in Francia dove visse gli ultimi trenta anni della sua vita, morendo a Parigi il 6 febbraio 1793.

Di certo la sua scelta professionale, in qualche modo dettata anche dalla necessità di occuparsi della famiglia alla morte del padre, ma di cui andava fiero precisando il titolo (doctor in jure o avvocato veneziano riferendosi all’ordinamento del Serenissimo Governo), ispira diverse sue commedie.

L’avvocato è una figura presente in diverse opere, a volte paciere per eccellenza, come l’avvocato Ridolfo ne Gl’innamorati, a volte troppo attento a contare il denaro, come il dottor Buonatesta ne Il cavaliere e la dama.

Fino a diventare proprio il rispettabile protagonista di una commedia, perché “Era ben giusto che all’onoratissima mia professione dar procurassi quel risalto, che giustamente le si conviene”: l’Avvocato veneziano.

Goldoni descrive il rispetto della professione attraverso le gesta dell’avvocato Alberto, che si innamora della controparte del suo cliente, Rosaura; sarà l’autentico amore per l’onorabilità e la professione ad ispirare la mirabolante arringa e vincerà contro Rosaura, che poi sposerà garantendo comunque un lieto fine.

La tavola del Settecento attraverso le commedie di Goldoni

Nelle opere della commedia di Goldoni è protagonista l’atmosfera veneziana di pieno Settecento, con i suoi personaggi aristocratici ed umili e con una nuova definizione delle maschere tipiche della commedia dell’arte, tra cui le più note Colombina ad Arlecchino.

Nel teatro goldoniano ci si ritrova catapultati nelle case e nelle strade dell’epoca e quindi anche tra i costumi della gastronomia veneziana; Colombina è la regina delle cucina, Arlecchino è perennemente affamato, mentre Brighella ascolta attento lezioni di cucina sulla preparazione della carne.

Non è un caso, quindi, che alcune commedie girino intorno alla ricettività dell’epoca, da La bottega del caffè (ambientata a Venezia ma scritta in italiano e non in veneziano) a La locandiera.

Le commedie di Carlo Goldoni (link pubbl.)

Abbondanza e semplicità nelle tavole di Goldoni

Carlo Goldoni colloca diversi dialoghi intorno alla tavola, non senza caratterizzare da una parte la dieta povera dei personaggi umili che però sognano sontuosi banchetti e dall’altra l’ostentazione degli aristocratici e dei commercianti che ben potevano permettersi anche prelibatezze importate dall’Oriente o dalla Francia.

La commedia Chi la fa l’aspetta (I Ciassetti del Carneval) descrive la frizzante atmosfera nei giorni del Carnevale a Venezia e non può mancare il richiamo ai piatti tipici.

L’oste Menego diventa portavoce di una lista di apprezzate pietanze servite nella sua osteria, con la stessa aria che ancora si respira negli attuali locali veneziani famosi per i cicheti.

Per il protagonista Lissandro ci sarà l’imbarazzo della scelta per il menù che sarà servito a domicilio: l’oste può preparare riso con le quaglie, cappone, fracassè all’ultima moda, e poi fegato, lingua salmistrata e tante altre leccornie compreso un bel dolce, molto ricercato grazie all’ingrediente da ricchi la crema di cioccolata.

Come è possibile preparare tutto questo? Alla domanda di Lissandro, risponde l’Oste “La comanda, e no la dubita gnente. Semo a Venezia, sala! No ghe nasse gnente, e ghe xe de tutto, e a tute le ore, e in t’un batter d’occhio se trova tutto quel che se vol. La comandi.”

Ma con Goldoni anche una pietanza modesta può diventare “mangiata da imperadore” e su questo regina è la polenta che, in Donna di garbo, Rosaura prepara per Arlecchino, condendola con un bel burro giallo e grasso e formaggio grattugiato, accompagnandola con un buon vino.

Niente da dire, potranno pure passare i secoli, ma a tavola , in buona compagnia, non si invecchia mai.

Le commedie di Carlo Goldoni (link pubbl.)

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