Diritti a Tavola è media-partner di un nuovo evento formativo di grande attualità che si terrà per l’intera giornata il 15 giugno 2024 a Roma, in via Don Carlo Gnocchi n. 3 ed in contemporanea diretta streaming “LA LONGEVITA’ SANA COMINCIA DA UN CERVELLO SANO – STRATEGIE ALIMENTARI (E NON SOLO) PER MANTENERE E RECUPERARE LE CAPACITA’ COGNITIVE”.
Roma, 15 giugno 2024
LA LONGEVITA’ SANA COMINCIA DA UN CERVELLO SANO
STRATEGIE ALIMENTARI (E NON SOLO) PER MANTENERE E RECUPERARE LE
CAPACITA’ COGNITIVE
via Don Carlo Gnocchi n. 3 presso Università Niccolò Cusano
e in contemporanea diretta streaming
MEDIA PARTNER
L’evento è organizzato da U.P.A.I.NU.C. (Università Popolare Accademia Internazionale di Nutrizione Clinica) con il patrocinio dell’Università Niccolò Cusano ed è accreditato ECM; è rivolto
- a Medici, Odontoiatri, Biologi, Farmacisti, Dietisti, Psicologi, Fisioterapisti, Infermieri con riconoscimento di 8 crediti ECM, e
- potranno partecipare al corso, per interesse personale, anche altre categorie sanitarie
Dott. Margherita Borsa, Biologa Nutrizionista Nutrigenetista, Responsabile scientifico e docente del Corso, cosa è e di cosa si occupa la gerontologia?
Mantenere e recuperare un cervello sano (che sta poi alla base della longevità sana), è sempre più un obiettivo ricercato e desiderato, tanto che si è sviluppata una nuova disciplina scientifica che è la gerontologia. Questa scienza studia gli aspetti sociali, psicologici, cognitivi e biologici dell’invecchiamento. Si distingue dalla geriatria, che è la branca della medicina indirizzata al trattamento di una determinata malattia degli anziani. I gerontologi includono ricercatori e professionisti nel campo non solo della medicina e della ricerca, ma anche del lavoro sociale, della psicologia, della sociologia, dell’economia, dell’antropologia, della salute pubblica e di altri settori.
L’interesse per lo studio del cervello è molto aumentato soprattutto negli ultimi anni e dall’11 al 17 marzo 2024, si è celebrata in tutto il mondo, la campagna annuale della “Brain Awareness Week” una settimana dedicata alla salute del cervello. Normalmente in questa settimana si fondono gli sforzi di Università, ospedali, gruppi di difesa dei pazienti, associazioni di categoria, organizzazioni di servizio e scuole, per una celebrazione del cervello sano, delle persone di tutte le età.
La Settimana del Cervello è coordinata a livello internazionale dal Dana Alliance for the Brain Initiatives.
In Europa, la European Dana Alliance for the Brain (EDAB) è stata fondata come un’alleanza di neuroscienziati impegnata a fornire informazioni, promuovere la comprensione e la ricerca sul cervello ed è un’organizzazione che raccoglie oltre 260 scienziati eminenti in campo neurologico, tra cui cinque premi Nobel, provenienti da 32 paesi.
Quindi tenendo conto di tutti gli studi che vengono svolti e di tutto l’interesse che ruota attorno al cervello, come possiamo mantenerlo sano e giovane?
Sicuramente l’alimentazione gioca un ruolo preminente, infatti noi possiamo agire attraverso lo stile di vita e quindi anche attraverso la corretta alimentazione nel mantenere giovane il nostro cervello ed evitare l’invecchiamento anche se ovviamente è un evento naturale.
La genetica è altrettanto importante, ma non dobbiamo farci spaventare o rassegnarci in seguito alla presenza di geni negativi che potrebbero predisporci ad un invecchiamento precoce, perché con lo stile di vita e la prevenzione possiamo agire in modo efficace, non solo nel rallentare l’invecchiamento ma anche nel recuperare capacità cognitive perdute tra cui anche la memoria.
Sappiamo che l’alimentazione è fondamentale nella prevenzione di molte malattie compresi i tumori e che con l’alimentazione corretta possiamo prevenire malattie neurologiche come l’Alzheimer, il Parkinson, le demenze frontotemporali, le demenze da corpi di Lewy (seconda forma di demenza dopo l’Alzheimer).
L’infiammazione è un altro processo molto importante nella genesi e nella progressione dei disturbi cognitivi, ha infatti un ruolo preminente nella fisiopatologia di molti disordini neurodegenerativi, tra quali la sclerosi laterale amiotrofica, la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson.
Recentemente si è inoltre constatata l’importanza della presenza e della qualità degli acidi grassi nella dieta nell’indurre infiammazione e nel peggiorare o migliore le capacità cognitive. Ricercatori statunitensi hanno esaminato gli effetti degli acidi grassi inseriti nella dieta degli anziani, che generalmente già mostrano (a causa dell’età) una maggiore secrezione basale di citochine pro-infiammatorie.
Si è visto che il passaggio da una dieta ricca di acido grasso saturo, acido palmitico (tipica della Dieta Occidentale) ad una dieta ricca di acido grasso monoinsaturo, acido oleico, (più tipica della Dieta Mediterranea), determina una diminuzione delle concentrazioni ematiche e della secrezione da parte di cellule mononucleate del sangue periferico, dell’interleuchina IL-1β e IL-6 (due citochine pro-infiammatorie) e si modifica l’attivazione cerebrale nelle regioni dedicate alla memoria amplificando le connettività a livello degli emisferi cerebrali.
Quali sono quindi gli alimenti che mantengono giovane il nostro cervello?
L’importante è bloccare o comunque limitare l’ossidazione per cui saranno da privilegiare legumi, verdure, frutta, ossia alimenti che contengo forti quantitativi di antiossidanti. Tra i frutti in particolare sono da aumentare prugne, uva nera, mirtilli, melograno.
Sono inoltre da preferire le spezie (in particolare zenzero e curcuma), l’olio di oliva (come detto precedentemente), l’olio di nocciola che ha un alto contenuto di acido oleico, gli alimenti con basso indice glicemico, le farine integrali, il vino rosso e il pesce azzurro in particolare sardine e sgombri che sono quelli che contengono la maggiore quantità di acidi grassi polinsaturi, importanti nella protezione dall’ossidazione.
Sicuramente non dobbiamo trascurare l’acqua, assunta anche fuori pasto, soprattutto nell’anziano che può non avvertire la sensazione della sete e quindi bere in modo inadeguato.
Migliorare la qualità della vita con la nutrigenetica
Ci sono alimenti assolutamente da evitare o limitare per mantenere sano il cervello?
Dobbiamo limitare il più possibile l’introduzione di alimenti che contengano elevate quantitativi di acido palmitico come l’olio di palma (che è contenuto in molti cibi processati come biscotti, merendine), la carne e i derivati, il latte e i derivati. Anche l’olio di oliva contiene un certo quantitativo di olio di palma, per cui non dovrà comunque essere utilizzato in quantità eccessive.
Sicuramente limitare le farine lavorate e gli zuccheri raffinati (come pane e zucchero bianco che incrementano troppo rapidamente la glicemia). L’alcool sarebbe da ridurre ma il vino rosso (nel quantitativo massimo di due unità alcoliche al giorno) viene comunque consigliato per il suo quantitativo di resveratrolo che funge da antiossidante.
Sono inoltre da ridurre tonno (che può contenere elevati quantitativi di mercurio e cadmio), fegato, crostacei, funghi, cioccolato fondente che ha un alto contenuto di rame (così come anche funghi e crostacei). Il rame “libero” presente nel sangue (ossia la quota di rame non legato alla proteina che normalmente lo trasporta, la ceruloplasmina), potrebbe indurre uno stress ossidativo e causare danni irreparabili al cervello.
Ci sono processi nutrizionali e non nutrizionali che possono rallentare l’invecchiamento?
Uno dei processi più importanti indotti dalla dieta in particolare dalla restrizione calorica è l’autofagia (mangiare sé stessi). Il digiuno intermittente, l’astinenza o la forte limitazione delle calorie per 12-48 ore, alternato a periodi di assunzione regolare di cibo, ha mostrato risultati promettenti sulla salute neurobiologica nei modelli animali con potenziali benefici sulla funzione cognitiva e possibili effetti sulla prevenzione e sul progresso dei disturbi legati al cervello negli animali e nell’uomo.
Studi clinici mostrano i benefici del digiuno intermittente per l’epilessia, il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla sui sintomi e sulla progressione della malattia.
Tra i meccanismi non nutrizionali certamente molto importante è l’astinenza dal fumo, svolgere regolarmente esercizio fisico e mantenere un certo grado di allenamento cerebrale leggendo, facendo compiti dove si esercita la memoria e dove devono essere esplicati dei concetti, imparare una nuova lingua; ma anche attività di tipo neuropsicologico come può essere la Pet therapy.
In che modo possiamo controllare la salute del cervello? Ci sono esami che ci possono indicare la predisposizione alle patologie neurologiche?
Sì, ci sono esami genetici che ci dicono se, per esempio, abbiamo predisposizione all’Alzheimer; abbiamo la PET (tomografia ad emissione di positroni con radioligandi per l’amiloide) che permette di studiare a livello della sostanza grigia cerebrale l’eventuale presenza di amiloide, una sostanza amorfa che si può accumulare sotto forma di placche, dette appunto “placche amiloidi”, presenti in svariate forme di demenza neurodegenerativa.
Poi abbiamo misurazioni che riguardano il nostro metabolismo come la misurazione della glicemia, delle frazioni lipidiche, ma anche le misurazioni degli oligoelementi che possono favorire i meccanismi di ossidazione, come il rame.
Quindi la gerontologia come abbiamo visto, studia e valuta una moltitudine di aspetti da quelli genetici a quelli nutrizionali e non nutrizionali e sta diventando una scienza sempre più attuale grazie all’aumento di soggetti ultrasettantenni e ultraottantenni in perfetta salute e che vogliono mantenere questo stato di grazia il più a lungo possibile. Lo studio approfondito e l’applicazione di questa scienza consentiranno a soggetti sempre più anziani di poter effettuate attività fisiche, psicologiche, comportamentali e mostrare capacità cognitive e di memoria ottimali.
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- Wikipedia, 2024
SULL’ARGOMENTO: EPIGENETICA, LONGEVITÀ E CERVELLO SANO
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