L’evento “CASTRVM NOVVM REVIVIT AD LVNAM” che si terrà a Santa Marinella (Roma) sabato 26 e domenica 27 agosto, a partire dalle ore 21, all’interno del sito archeologico di Castrum Novum, sarà l’occasione per conoscere e apprezzare la cucina degli antichi Romani.
Il programma prevede visite guidate, curate dai volontari del GATC – Gruppo Archeologico del Territorio Caerite, promotore dell’iniziativa, sotto l’egida del direttore scientifico del sito, l’archeologo Flavio Enei, e con il supporto di Alex Tour Guide Italy di Alessandro Oggiano.
Numerose saranno le aree aree didattiche che consentiranno di tornare all’antica Roma, di conoscere dalla medicina alla cosmesi del mondo antico, dai telai e tessitura ai giochi dell’antichità, dalle parrucche e i gioielli alle maledizioni, il tutto messo a disposizione dall’Associazione Culturale SPQR.
Sarà anche possibile visitare lo stand del GATC per scoprire le attività di scavo del sito e per sbirciare nel laboratorio di prima pulizia dei reperti.
L’alimentazione degli antichi romani a CASTRVM NOVVM REVIVIT – “AD LVNAM”
Sul banco che verrà allestito nel sito archeologico di Castrum Novum troveranno posto una serie di pietanze che arrivano direttamente dal mondo romano: il celebre “libum” di Catone, il savillum, il panis dulcis, il pasticcio apiciano, l’epytirum di Catone, un tipo di pane, il cibarius, e ci sarà del buon vino al miele per bagnare il tutto.
INTERVISTA
L’archeo-cuoca Cristina Conte ci accompagna in questo viaggio nel tempo alla scoperta di queste pietanze, molto particolari e che avremo modo di assaggiare durante l’evento CASTRVM NOVVM REVIVIT – AD LVUNAM.
Le abbiamo chiesto di “raccontarci” il menù.
LIBUM DI CATONE
Il libum era un alimento praticamente indefinibile.
Non possiamo dire fosse un pane o una focaccia, come a volte leggo.
Secondo il mio parere la confusione nella traduzione nasce dall’uso del termine “panem”, ovviamente tradotto pane. In realtà io propongo in questo caso la traduzione “panetto”, come quelli di burro, che certo non è un pane, ma piuttosto una sorta di “lingotto” che è proprio una delle forme che si possono dare a questo alimento.
Veniva usato anche come offerta durante la festa dei Matralia (11 giugno, dedicata a Mater Matuta) e successivamente durante i Ludi Saeculares. Catone ce ne tramanda la ricetta nel suo De agri cultura:
“Hoc modo facito: casei p.II bene disterat in mortario; ubi bene distriverit, farinae siligineae libram aut, si voles tenerius esse, selibram similaginis solum eodem indito; permiscetoque cum caseo bene; ovum unum addito et una permisceto bene. Inde panem facito; folia subdito; in foco caldo sub testu coquito leniter…”.
Non sapete così bene il latino? Beh, vi aspetto allora all’evento per farvelo assaggiare!
Cristina Conte
LE ALTRE PIETANZE A CASTRUM NOVUM
- SAVILLUM – E’ l’antenato del cheesecake anglosassone! Basta guardare la ricetta per rendersene conto, e ancora una volta arriva da Catone: “mezza libbra di farina, 2 libbre e mezzo di formaggio, 1/4 di libbra di miele e 1 uovo”.
- PANIS DULCIS: pezzetti di pane indurito immersi nel latte e poi fritti nello strutto e cosparsi di miele. Ricetta di Apicio!!
- PASTICCIO APICIANO: si tratta di una sorta di svuota-frigo moderno. Carne di vario genere tritata a coltello e mischiata a pesce di vario genere tritato a coltello. Il tutto chiuso in una sfoglia di acqua e farina e condito con pepe, garum, pinoli, etc. Una cosa buonissima, molto simile ai “rustici” moderni.
- EPYTIRUM: si tratta di un battuto di tre olive diverse condito con molte spezie, come menta, cumino, finocchio selvatico, ruta, coriandolo, etc.
- PANIS CIBARIUS: uno dei tanti tipi di pane che realizzavano a Roma. Ottenuto con varie farine mischiate. Quello che presentiamo sul tavolo è stato realizzato con cereali macinati in una macina di pietra perfetta replica di quella esposta oggi presso l’Antiquarium di Boscoreale. La macinazione, seppur ripetuta, porta a una farina granulosa, che conferisce alla mollica il preciso aspetto di quella rinvenuta nell’area vesuviana.
- MULSUM: il vino al miele. Si porta in ebollizione e poi si aggiunge miele e si lascia riposare. Poi, una volta raffreddato, si riporta in ebollizione e si aggiungono altri ingredienti, che possono variare in funzione dei gusti: chiodi di garofano, pepe, cannella, etc.
Vi aspetto il 26 e 27 a Castrum Novum per farvi scoprire i sapori di Roma antica!
CRISTINA CONTE, archeocuoca
(coautrice de A TAVOLA CON GLI ANTICHI ROMANI, ed. Efesto, 2017)
CASTRVM NOVVM REVIVIT – “AD LVNAM”
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