Il 15 dicembre l’EFSA ha pubblicato il Rapporto annuale per il 2019 sulla sorveglianza dell’influenza aviaria nel pollame e nei volatili selvatici negli Stati membri dell’Unione europea.
L’influenza aviaria è una malattia virale infettiva che colpisce tutte le specie di uccelli domestici e selvatici e rappresenta una minaccia continua per il pollame in Europa.
I virus che causano questa malattia possono essere di patogenicità alta (HPAI) o bassa (LPAI).
Il contesto normativo dell’influenza aviaria
La direttiva 2005/94/CE del Consiglio del 20 dicembre 2005, relativa a misure comunitarie di lotta contro l’influenza aviaria, impone agli Stati membri dell’UE di effettuare la sorveglianza del pollame e degli uccelli selvatici e di notificare i risultati all’autorità responsabile.
Pertanto, gli Stati membri, nonché Islanda, Norvegia, Svizzera e Regno Unito hanno implementato programmi di sorveglianza in corso per monitorare le incursioni di virus dell’influenza aviaria nel pollame e negli uccelli selvatici.
In Italia, in caso di focolaio di virus di influenza aviaria, le misure di controllo applicate sono quelle previste dal D. Lgs 9/2010, norma di attuazione della direttiva 2005/94/CE, nonché dalla Decisione 2006/437/CE che approva un manuale diagnostico per l’influenza aviaria.
Le misure di controllo previste dalla Decisione 2006/415/CE (che reca alcune misure di protezione dall’influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 nel pollame nella Comunità) e dalla Decisione 2006/563/CE (recante alcune misure di protezione relative all’influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 negli uccelli selvatici nella Comunità) sono applicate se il virus identificato è un virus influenzale di tipo A, sottotipo H5 e sospetto o confermato N1.
I dati della relazione annuale 2019
L’EFSA, in ottemperanza al mandato ricevuto dalla Commissione europea, ha provveduto a raccogliere, convalidare, analizzare e riassumere i dati risultanti dai programmi di sorveglianza dell’influenza aviaria in una relazione annuale.
I dati dell’influenza aviaria nel Pollame
Sono stati campionati complessivamente 24.419 stabilimenti avicoli (PE – poultry establishments), di cui
- 87 sieropositivi per i ceppi del virus H5
- 22 sieropositivi per i ceppi H7.
Stabilimenti avicoli sieropositivi sono stati trovati in otto Stati membri (Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna) e Regno Unito (Stato membro al momento della raccolta dei dati).
La più alta percentuale di PE sieropositivi è stata riscontrata negli stabilimenti che allevano selvaggina di uccelli acquatici e alle oche da riproduzione.
Dei suddetti 109 (87+22) stabilimenti con test sierologici positivi per H5 / H7, solo due sono risultati positivi in PCR e virologia per ceppi di virus H5 / H7, entrambi ceppi LPAI (H5N1 e H7N7, rispettivamente) e sono stati segnalati dalla Danimarca.
Inoltre, 12 Paesi hanno anche riportato i risultati della PCR di 653 stabilimenti avicoli eseguiti come test di screening o in seguito a un risultato sierologico negativo.
Cinque di questi stabilimenti sono risultati positivi per l’RNA AI virus: quattro H5N8 HPAI in Bulgaria e un H7N3 LPAI in Italia.
e negli Uccelli selvatici
Nella relazione annuale EFSA sull’influenza aviaria vengono riportati anche i dati relativi al monitoraggio degli uccelli selvatici.
Sono stati campionati un totale di 19.661 uccelli selvatici morti / moribondi, ed è risultato:
- un uccello positivo al virus HPAI H5N6, segnalato dalla Danimarca
- 84 uccelli positivi per il virus LPAI H5 o H7
- 848 uccelli positivi per il virus AI non-H5 / H7, segnalati da 30 paesi.
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