15 aprile: Leonardo da Vinci compie 568 anni, portati benissimo; si aprano le porte e si festeggi!
Sì, Leonardo da Vinci amava organizzare i banchetti ed era… geniale anche in cucina.
L’estro di Leonardo veniva apprezzato soprattutto nella pasticceria, che nel Rinascimento iniziò a registrare grandi evoluzioni.
Rimane testimonianza dell’arte pasticcera di Leonardo nella lettera di presentazione a Ludovico Maria Sforza detto il Moro, dove scrisse “Non ho rivali nel costruire ponti, fortificazioni o catapulte… La mia pittura e la mia scultura reggono il confronto con quelle di qualunque altro artista. Eccello nel formulare indovinelli e nell’inventare nodi. E faccio delle torte che non hanno uguali”.
Evidentemente fu molto convincente anche in pratica, se poi il Duca lo nominò Gran Maestro di Corte per le feste ed i banchetti.
I banchetti di Leonardo da Vinci
La fiorente e colta Milano di quei tempi era governata dal reggente Ludovico il Moro e ben rappresentata dal genio di Leonardo da Vinci.
Leonardo non soltanto immortalava nelle proprie tele le amanti del Duca (la Dama con l’Ermellino o il Ritratto di dama) o le icone più rappresentative (il Cenacolo e la Vergine delle Rocce), ma deliziava anche dal punto di vista ludico e gastronomico una Corte delle più importanti del pieno rinascimento.
Uno dei più famosi banchetti curati dal pittore della Gioconda si tenne a Tortona nel 1490 al termine dei festeggiamenti per le nozze dei giovanissimi Gian Galeazzo Sforza (di cui Ludovico era zio e tutore) ed Isabella d’Aragona (nipote del re di Napoli).
Capo chef fu Stefano de’ Rossi, figlio del Maestro Martino da Como, autore del Libro de Arte Coquinaria il manuale per eccellenza della gastronomia rinascimentale.
Il banchetto di nozze tra Gian Galeazzo ed Isabella é passato alla storia anche per una novità: grazie a Leonardo per la prima volta nei tavoli appariva il menù, nella forma di un poemetto in lingua volgare con la descrizione delle varie pietanze portate dagli dei che li rappresentavano.
Certamente i banchetti curati da Leonardo erano ricchi delle pietanze del tempo, trionfi di arrosti e cacciagione, un susseguirsi di glasse, farcia e gelatine, con coreografie degne di un film hollywoodiano su tema storico.
Per rendere l’idea, tra le pietanze offerte proprio nel banchetto di Tortona, detto del Paradiso proprio in riferimento alla scenografia, fecero bella mostra agnelli dorati e vitelli argentati ripieni di pernici e fagiani portati da Mercurio e un cinghiale offerto da Diana, accompagnati da latte e miele in onore di Apicio.
Le invenzioni in cucina
Le invenzioni di Leonardo non dimenticavano i locali adibiti a dispensa e cucina.
Alcuni oggetti conservati nei cassetti delle nostre cucine derivano dal suo genio: il cavatappi nel disegno odierno, lo spremi-aglio ed odori, l’affetta-uova ed il macinapepe.
Diversi disegni, poi, furono dedicati alla progettazione di strumenti ed arredi funzionali, adibiti a girarrosto o scaldavivande.
A cena con Leonardo
Ma se Leonardo stasera ci invitasse a cena, cosa cucinerebbe per il suo compleanno?
Probabilmente il menù sarebbe vegetariano, accompagnato da un buon vino.
Tra gli scritti di Leonardo non resta alcuna ricetta, a parte quella di una bevanda leggermente alcolica profumata di limone e rosa, la Acquarosa.
La tradizione vuole che Leonardo fosse vegetariano, ma lui non raccontava mai le proprie scelte alimentari, pur riportando in uno scritto un monito nello stile pitagorico, contro la violenza sugli animali atteso che la natura offre di che nutrirsi con i propri frutti.
Una scelta originale e forse anche controcorrente rispetto ai costumi alimentari imperanti nelle Corti e nelle case signorili del tempo, ma assolutamente in linea con quanto Leonardo ci ha abituato riguardo alla sua vita, così affascinante e misteriosa come la sua personalità.
A TAVOLA NEL TRECENTO: VIZI, VIRTÙ E CURIOSITÀ DI UN BANCHETTO MEDIEVALE