Residui di farmaci veterinari negli alimenti. Le norme e gli ultimi dati

Il Rapporto EFSA sui residui di farmaci veterinari: gli ultimi dati per ogni singolo gruppo di sostanze. La legislazione UE.

Pubblicato su Aprile 19, 2020, 1:45 am
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In concomitanza con i dati relativi ai residui dei pesticidi, L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato il Rapporto relativo alla presenza di residui di farmaci veterinari e contaminanti negli animali e negli alimenti di derivazione animale in Unione europea.

Il monitoraggio rientra nel programma di sorveglianza ai sensi della normativa UE vigente: i prodotti alimentari ottenuti da animali, trattati con medicinali veterinari impiegati nel settore zootecnico, non devono contenere residui che costituiscano un pericolo per la salute del consumatore.

I medicinali veterinari destinati ad animali da produzione alimentare devono essere autorizzati nell’UE, previa valutazione della sicurezza del principio attivo e dei residui con individuazione della dose giornaliera accettabile (DGA) di residui.

Gli animali destinati alla produzione di alimenti possono, dunque, essere trattati con farmaci veterinari per prevenire o curare le malattie, ma la normativa impone misure per evitare residui pericolosi negli alimenti derivati da animali che siano stati curati con tali farmaci.

Le fonti normative sui farmaci veterinari

Il quadro legislativo dell’Unione Europea definisce i limiti massimi consentiti nei programmi volti al controllo della presenza di sostanze nella catena alimentare.

Le fonti principali indicate nel Rapporto EFSA sono:

  • regolamento (UE) n. 37/2010 concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro classificazione per quanto riguarda i limiti massimi di residui negli alimenti di origine animale (testo consolidato 9.2.2020);
  • regolamento (CE) N. 396/2005 concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale (testo consolidato 14.12.2019);
  • regolamento (CE) n. 1881/2006 della Commissione che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari (testo consolidato 28.11.2019);
  • direttiva 96/23/CE del Consiglio concernente le misure di controllo su talune sostanze e sui loro residui negli animali vivi e nei loro prodotti; la Direttiva – applicabile ai dati del Rapporto EFSA riferito ai campioni del 2018 -, però, dal 13.12.2019 non è più in vigore, abrogata e sostituita dal
    • Regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari (testo consolidato 14.12.2019);
  • decisione 97/747/CE della Commissione che fissa i livelli e le frequenze di prelievo di campioni, previsti dalla direttiva 96/23/CE del Consiglio, per il controllo di talune sostanze e dei loro residui in alcuni prodotti di origine animale

Il Rapporto dell’EFSA

I dati, che si riferiscono ai campionamenti eseguiti nel 2018, mostrano alti tassi di conformità con i livelli di sicurezza raccomandati.

È pari allo 0,3% la percentuale di campioni che ha superato i livelli massimi di residui da farmaci veterinari consentiti dalla normativa di settore; confermato, dunque, l’intervallo 0,25%-0,37% riferito per gli ultimi 10 anni.

È pur vero che la non conformità è aumentata lievemente, rispetto al 2017, per gli agenti antitiroidei e steroidi.

Piccole diminuzioni, invece sono state osservate per gli antibatterici, per altri farmaci veterinari (come gli antinfiammatori non steroidei), altre sostanze e contaminanti ambientali (come sostanze chimiche e micotossine).

I numeri del campionamento

In totale sono stati esaminati 657.818 campioni provenienti da 28 Stati membri dell’UE; di questi

  • 354.517 campioni mirati (targeted)
  • 5.095 campioni sospetti segnalati ai sensi della direttiva 96/23/CE
  • 3.022 campioni secondo i controlli in fase di importazione.
  • 295.184 campioni raccolti nel quadro dei programmi di controllo secondo le normative nazionali

La precisazione è fondamentale ai fini della comprensione dei dati e delle risultanze dei medesimi.

Il Rapporto EFSA si riferisce al programma di monitoraggio effettuato sui campioni targeted, e quindi sui 354.517 campioni.

I risultati dei monitoraggi eseguiti sugli altri campioni vengono riportati in sezione separata (Appendici da B a D).

I dati sui campioni targeted

Sui 354.517 campioni mirati, 1.059 (pari allo 0,30%) sono risultati non conformi.

In virtù della direttiva 96/23/CE prima vigente, i campioni devono essere pari ad una percentuale prefissata del numero dei capi macellati l’anno precedente (ad esempio 0,05% dei suini e 0,4 per i bovini) mentre per il pollame un campione per 200 tonnellate di produzione annuale (con un minimo di 100 campioni per ciascun gruppo di sostanze dove la produzione annua della categoria in questione supera le 5.000 tonnellate).

La decisione 97/747/CE della Commissione, invece, stabilisce che il numero annuale di campioni di latte prelevati dovrebbe essere uno per 15.000 tonnellate di produzione annua di latte, con un minimo di 300 campioni.

Sempre a titolo esemplificativo, per il miele il numero di campioni da prelevare deve essere di almeno 10 ogni 300 tonnellate di produzione annuale per le prime 3.000 tonnellate, più un campione per ogni ulteriori 300 tonnellate. Nel 2018, sono stati raccolti per il miele nell’UE 3.645 campioni mirati.

Non conformità per il gruppo A

(Sostanze con effetto anabolico e sostanze non autorizzate)

La Direttiva 96/22/CE vieta l’uso di ormoni e beta-agonisti (A5) negli animali da produzione alimentare ad eccezione di ben definiti scopi terapeutici e zootecnici e sotto stretto controllo veterinario.

Inoltre, sono comprese in un gruppo (A6) le sostanze elencate nel regolamento (UE) n. 37/2010 della Commissione, per le quali non è possibile stabilire LMR e sussiste divieto assoluto di somministrazione.

Di tutti i campioni target analizzati per la categoria “ormoni” per le categorie animali /prodotti (94.701 campioni) i campioni non conformi sono 225 (0,24%).

I dati in sintesi:

  1. stilbeni e derivati ​​(A1): 0%
  2. antitiroidei agenti (A2): 0,51%
  3. steroidi (A3), tutti per steroidi anabolizzanti: campioni non conformi per bovini (0,16%), cavalli (0,45%), suini (0,73%), pollame (0,07%) e ovini e caprini (3,03%)
  4. lattoni di acido resorcilico (A4): 0,15% dei campioni non erano conformi per zearalanone e derivati;
    i campioni non conformi sono stati trovati in bovini (0,21%), suini (0,02%), ovini e caprini (1,29%),
    conigli (2,63%) e cavalli (1,09%)
  5. beta-agonisti (A5): 0,01%
  6. Sostanze proibite (A6): 0,03% campioni non conformi; le sostanze identificate erano
    cloramfenicolo (n = 19), nitrofurani (n = 3) e nitroimidazoli (n = 6).

Non conformità per il gruppo B

(Farmaci veterinari e contaminanti)

l gruppo di antibatterici (B1) comprende antibiotici (ad esempio beta-lattamici, tetracicline, macrolidi, aminoglicosidi), ma anche sulfamidici e chinoloni.

Il numero totale di analisi effettuate nel 2018 per antimicrobici in campioni mirati è stato di 105.389 con 179 (0,17%) campioni non conformi.

Il gruppo “altri farmaci veterinari” (B2) comprende una varietà di medicinali veterinari classificati secondo la loro azione farmacologica.

Nel monitoraggio del 2018, sono stati analizzati 114.624 campioni mirati per le sostanze del gruppo B2 con160 campioni (0,14%) non conformi.

Il gruppo “altre sostanze e contaminanti ambientali” (B3) comprende diverse sottocategorie. Nel 2018 sono stati analizzati 43.891 campioni di cui 466 campioni non conformi (1,06%).

I dati in sintesi:

  1. gruppo B1 (antibatterici): 0,17% campioni non conformi; la più alta frequenza di campioni non conformi è stata trovata nel miele (0,82%);
  2. gruppo B2 (altri farmaci veterinari):
    1. farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (B2e): campioni non conformi  (0,19%), così ripartiti bovini (0,25%), pollame (0,11%), cavalli (1,03%), suini (0,08%) e latte (0,25%);
    1. antielmintici (B2a): campioni non conformi in bovini (0,13%), ovini e caprini
      (0,67%), suini (0,08%) e latte (0,09%).
    1. anticoccidiali (B2b): campioni analizzati non conformi 0,16%, in bovini (0,03%), suini (0,01%), pollame (0,17%) e uova (0,65%)
      1. l’EFSA evidenzia una forte riduzione delle non conformità per il pollame probabilmente grazie alle misure di livelli massimi nei mangimi
    1. piretroidi (B2c): 0,02%
    1. sedativi (B2d): 0%
    1. “altre sostanze farmacologicamente attive” (B2f): 0,15% nei bovini.
  3. gruppo B3 (altre sostanze e contaminanti ambientali):
    1. “elementi chimici” (B3c): campioni non conformi 3,24%, per cadmio, piombo, mercurio e rame viene identificato con maggiore frequenza.
    1. Organocloro composti (B3a) 0,16%
    1. composti organofosforici (B3b); e 0,03%  
    1. micotossine (B3d), campioni non conformi per bovini (0,11%), suini (0,27%), cavalli
      (1,19%), conigli (4,76%) e pollame (0,07)
    1. coloranti (B3e), campioni non conformi per l’acquacoltura (1,24%); le sostanze
      evidenziate sono verde leuco-malachite, viola cristallo, somma di verde brillante e verde brillante-leuco e somma di verde malachite e verde leuco-malachite.
    1. “altre sostanze” (B3f), campioni non conformi per miele (0,38%), suini (0,13%) e uova (0,33%); le sostanze identificate sono fipronil, difenoconazolo, flonicamid.

Il trend delle “non conformità

Come premesso, la percentuale di campioni – sempre targeted – non conformi nel 2018 (0,30%) rientra nei parametri degli ultimi 10 anni (0,25% – 0,37%), anche se si registra una leggera flessione rispetto al 2017 che aveva registrato una percentuale pari allo 0,35%.

Rispetto ai risultati del 2017, nel 2018 si è registrato un incremento di superamento dei limiti per agenti antitiroidei (A2), steroidi (A3) e “altri” (B3f).

Di converso, sono emerse lievi riduzioni per antibatterici (B1), antielmintici (B2a), farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (B2e), “altri sostanze farmacologicamente attive “(B2f), composti organoclorurati (B3a), elementi chimici (B3c), micotossine (B3d) e coloranti (B3e). Per le altre sostanze non vi sono state variazioni significative.

Ulteriori monitoraggi: i campioni no targeted

Oltre ai campioni mirati raccolti in conformità del Programma di monitoraggio per il 2018, gli Stati membri hanno anche trasmesso risultati sui campioni raccolti attraverso strategie di campionamento diverse da quello mirato.:

  • campioni sospetti segnalati ai sensi della direttiva 96/23/CE (Appendice B)
  • campioni secondo i controlli in fase di importazione (Appendice C).
  • campioni raccolti nel quadro dei programmi di controllo secondo le normative nazionali (Appendice D)

L’EFSA riporta, dunque, le risultanze dei campionamenti extra programma in quanto in ogni caso possono fornire elementi utili per la prevenzione e la sorveglianza.

I dati extra programma

Nel 2018 sono stati segnalati 5.095 campioni sospetti di cui 220 (4,32%) non erano conformi.

Le percentuali arrivano a toccare numeri considerevoli in alcuni settori e per alcuni gruppi di sostanze, circostanza prevedibile trattandosi di risultanze su casi “sospetti”.

In Italia non si registrano campioni per l’acquacoltura, mentre percentuali alte per ovini e capri ni (B3a), miele (B1), uova (B3f) e latte (B3d).

Per quanto riguarda i campioni controllati all’importazione (3.022), gli Stati membri ne segnalano i risultati utilizzando gli strumenti TRACES e RASFF.

Infine, sono stati raccolti ulteriori 295.184 campioni nell’ambito di altri programmi di monitoraggio ai sensi della legislazione nazionale.

I campioni non conformi sono riportati nell’appendice D del Rapporto EFSA.

Per quanto riguarda i monitoraggi in Italia, si evidenziano percentuali significative nei settori conigli (fino a 4,8% per B1) e ovini/caprini (16,7% per B3a) a fronte di campioni di numero modesto (rispettivamente 42 e 6).

Più cospicuo il campionamento per il latte italiano, dove su 1.353 campioni solo 6 (0.4%) sono risultati non conformi per eccesso di sostanza B3d.

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Redazione