Residui di pesticidi negli alimenti: dati EFSA. Miele è minor contributor.

I dati del Rapporto annuale EFSA sui residui di pesticidi negli alimenti nell'UE. Il glifosato e i pesticidi non autorizzati o non più utilizzati. Le evidenze per il settore dell’apicoltura.

Pubblicato su Aprile 16, 2020, 12:03 am
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L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato, lo scorso 2 aprile, il Rapporto annuale sui residui di pesticidi rilevati negli alimenti nell’Unione Europea.

Sono riportati ed elaborati i dati dei controlli ufficiali effettuati dagli Stati membri dell’UE, dall’Islanda e dalla Norvegia, a seguito di campionamento sia mirato sia casuale.

Da molti anni il rapporto coadiuva il lavoro della Commissione europea e degli Stati membri nel garantire l’uso corretto dei pesticidi in linea con la legislazione e gli obiettivi dell’UE” ha dichiarato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA “Una raccolta efficiente e un’analisi rigorosa di questi dati continueranno a essere di fondamentale importanza per garantire la sicurezza degli alimenti in vendita nell’Unione europea“.

I numeri del Rapporto sui residui di pesticidi

Nel 2018, anno di riferimento, sono stati analizzati complessivamente 91.015 campioni, di cui il 95,5% rientrava nei livelli ammessi dalla legge. I campioni analizzati in Italia nell’ambito del programma sono stati 11.921, terzi dopo Germania (18.931) e Francia (12.570).

Di questi campioni, 11.549 appartenevano a prodotti di origine animale, di cui 762 (pari al 6.60% del settore) di miele o altri prodotti dell’apicoltura.

I campioni sono stati analizzati per 177 residui di pesticidi: 169 negli alimenti di origine vegetale e 21 negli alimenti di origine animale.

Degli 11.679 campioni analizzati nell’ambito del Programma di controllo coordinato dall’UE (EUCP) (campionamento casuale):

  • il 98,6% dei campioni rientrava nei limiti di legge;
  • nel 58% non sono stati trovati livelli quantificabili di residui (residui <LOQ);
  • il 40,6% conteneva uno o più residui di pesticidi in concentrazioni superiori al LOQ, ma inferiore o uguale ai livelli massimi di residui (LMR).
  • nell’1,4% sono emerse concentrazioni di residui superiori agli LMR.

I residui di glifosato sugli alimenti

Nel 2018, il glifosato è stato analizzato da 26 Paesi con 9.573 campioni di diversi prodotti alimentari (compresi i prodotti trasformati); di questi, 227 erano campioni di alimenti per bambini e 192 erano campioni di alimenti di origine animale (compreso il miele).

Nell’1,9% dei campioni (179 campioni), il glifosato è stato quantificato a livelli superiori al LOQ ma al di sotto dell’LMR e in 12 campioni (0,1%) i livelli di residui hanno superato i limiti massimi di legge (per il settore apistico, il superamento ha interessato 4 campioni della Lituania ed 1 della Polonia) .

Il tasso di superamento è diminuito in confronto con il 2017 (0,2%).

I residui di pesticidi nel miele

L’EFSA ha, dichiaratamente, prestato particolare attenzione agli effetti dei pesticidi sul miele e sugli altri prodotti dell’apicoltura.

Del resto, lo ripetiamo, le api sono loro malgrado le sentinelle dell’uso e dell’abuso dei fitosanitari ed i loro prodotti ne riflettono i dati.

Nel 2018, come prima evidenziato, sono stati analizzati 762 campioni di miele e altri prodotti apistici.

I dati:

  • in 601 campioni (78,9%), non sono stati trovati residui quantificabili;
  • in 152 campioni (19,9%) sono stati identificati residui pari o superiori al LOQ ma inferiori o all’LMR;
  • in 9 campioni (1,2%) sono stati registrati residui superiori ai limiti massimi (LMR) almeno per uno dei residui analizzati.
particolare attenzione dell’EFSA per il miele

Il numero di pesticidi analizzati nel miele varia da un Paese all’altro.

I pesticidi segnalati in modo univoco nel miele e in altri prodotti dell’apicoltura al di sopra del LOQ sono stati tiacloprid (106 campioni), amitraz (25 campioni), acetamiprid (24 campioni) e dimoxystrobin (14 campioni).

Gli LMR sono stati superati per le seguenti sostanze: glifosato (5 campioni), acetamipride (RD) (2 campioni), boscalid (2 campioni) e dimoxystrobin (RD) (2 campioni).

I residui di pesticidi non autorizzati …

Diversi pesticidi non approvati nell’UE sono stati trovati – campionati casualmente – ripetutamente negli alimenti, prodotti nell’UE ed anche dal mercato extra UE, a livelli che superano i limiti legali.

I pesticidi che hanno riportato residui oltre i limiti di legge in prodotti UE sono: ometoato (melanzane); bitertanolo, carbendazim (RD) e flusilazolo (broccoli); dieldrin (RD) e clorfenapir (meloni); clorfenapir e triadimefon (peperoni dolci); carbendazim (RD), ometoato e acefato (uva da tavola); carbendazim (RD) e fenitrothion (grano) e iprodione (RD) (olio di oliva vergine).

… o non più utilizzati

Nel Rapporto colpisce un dato che induce qualche riflessione.

Tra i prodotti di origine animale (grasso bovino e uova di gallina) sono emersi residui di fitosanitari organici inquinanti (DDT – para-diclorodifeniltricloroetano –, HCBesaclorobenzene – e lindano o esaclorocicloesano) non più utilizzati come pesticidi ma ancora “molto persistenti nell’ambiente e che quindi possono essere ancora trovati nella catena alimentare” (are no longer used as pesticides but are very persistent in the environment and can be therefore still found in the food chain).

L’EFSA segnala la presenza del pesticida DDT nel grasso bovino, che è stato campionato per la prima volta in EUCP 2018. Il tasso di rilevazione è stato più elevato (7,5% dei campioni) rispetto ai campioni di grasso di altre specie (ad es. suini, pollame) prelevate negli anni precedenti (meno del 2%).

Per quanto riguarda residui superiori ai limiti massimi di legge (LMR), sono stati identificati il beta esaclorocicloesano in due campioni di grasso bovino e DDT in un campione di uovo di gallina.

Raccolta mirata e raccolta casuale. Le variazioni.

La sezione sui dati raccolti in modo casuale riflette dati utili a verificare le variazioni dei residui di fitosanitari in quanto il campionamento, pur casuale, coinvolge lo stesso paniere di prodotti a rotazione triennale.

Dodici sono stati nel 2018 i prodotti alimentari oggetto di indagine: melanzane, banane, broccoli, funghi coltivati, pompelmo, meloni, peperoni dolci, uva da tavola, chicco di grano, olio di oliva vergine, grasso bovino e uova di gallina.

uva da tavola tra i prodotti campionati

Ad esempio, tra il 2015 e il 2018 la percentuale di campioni con sforamenti nei residui è aumentata nelle banane (dallo 0,5% all’1,7%), nei peperoni dolci (dall’1,2% al 2,4%), nelle melanzane (dallo 0,6% all’1,6%) e nell’uva da tavola (dall’1,8% al 2,6%).

Nello stesso triennio, invece, gli sforamenti sono diminuiti per i broccoli (dal 3,7% al 2%), l’olio vergine di oliva (dallo 0,9% allo 0,6%) e le uova di gallina (dallo 0,2% allo 0,1%).

I programmi nazionali di controllo sono concepiti in base al rischio, mirati quindi ai prodotti con presenza probabile di residui di pesticidi anche in base alle risultanze degli anni precedenti.

Se da una parte questi programmi forniscono informazioni importanti ai gestori del rischio, dall’altra non forniscono un quadro statisticamente rappresentativo dei livelli di residui negli alimenti in vendita sugli scaffali dei negozi di tutta Europa.

Questo secondo aspetto verrebbe, invece, garantito dal programma coordinato dall’Unione Europea (EUCP).

Valutazione del rischio e Raccomandazioni

L’EFSA, nell’ambito della valutazione dei rischi alimentari, conclude sostenendo che dai dati elaborati i prodotti alimentari analizzati nel 2018 non emerge un problema per la salute dei consumatori.

Alcune evidenze, però, suggeriscono alcune raccomandazioni per aumentare l’efficienza dei sistemi di controllo europei a tutela dei consumatori.

Tra queste, la presenza di residui di pesticidi non autorizzati indica possibili abusi di sostanze attive non approvate dall’UE.

Gli Stati membri dovranno, pertanto, dare seguito (follow up) a questi risultati, indagando sulle ragioni e adottando misure correttive ove opportuno, monitorando anche i prodotti importati in base alle combinazioni emerse (ad esempio banane – carbendazim, pompelmo – bromopropilato, diazinone, isocarbofos e fenthion, bacche di goji – antrachinone).

A causa dell’aumento del tasso di rilevazione del DDT nel grasso bovino rispetto ad altre specie, inoltre, l’EFSA raccomanda di stabilire le priorità dell’analisi del grasso bovino rispetto ad altri prodotti grassi inclusi nel Programma EUCP (ad es. suini e pollame).  

Le raccomandazioni per il miele

Discorso a parte per il miele.

L’EFSA riconosce che il miele conferisce un apporto minore di residui di pesticidi nell’alimentazione, qualificandolo come “minor contributor”.

Raccomanda, pertanto, agli Stati membri di analizzare campioni di miele nell’ambito dei loro programmi nazionali, mantenendo l’ambito analitico il più ampio possibile, includendo “come minimo” i seguenti pesticidi: acetamiprid, amitraz, boscalid, dimoxystrobin, glyphosate e thiacloprid.

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Per il Rapporto EFSA sui residui di pesticidi negli alimenti, vai al link (fonte EFSA)

Redazione