Aggiornati i livelli massimi di residui di clorato negli alimenti

Il Regolamento (UE) 2020/749 della Commissione del 4 giugno 2020 e gli LMR di clorato. Le esigenze manifestate ed il principio di ALARA.

Pubblicato su Giugno 08, 2020, 1:39 pm
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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) 2020/749 della Commissione del 4 giugno 2020 che modifica l’allegato III del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di clorato in o su determinati prodotti.

Il Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, infatti, disciplina i livelli massimi di residui (LMR) di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale.

Il regolamento (UE) 2020/749 che lo modifica entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, avvenuta oggi 8 giugno 2020 (L178).

I livelli massimi di residui per il clorato

In conformità della decisione 2008/865/CE della Commissione tutte le autorizzazioni di prodotti fitosanitari contenenti clorato sono state revocate a seguito della non inscrizione del clorato nell’allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio.

Per il clorato non sono stati fissati livelli massimi di residui (LMR) specifici.

In quanto non iscritta nell’allegato IV del regolamento (CE) n. 396/2005, a tutti i prodotti alimentari e mangimi iscritti nell’allegato I del regolamento (CE) n. 396/2005 è stato applicato l’LMR di base pari a 0,01 mg/kg.

Utilizzo del clorato

Oltre al suo impiego primario in prodotti fitosanitari, il clorato si forma come sottoprodotto derivante dall’utilizzo di disinfettanti a base di cloro nel trattamento degli alimenti e dell’acqua potabile.

Tale utilizzo determina l’attuale presenza di residui di clorato rilevabili negli alimenti.

Tra il 2014 e il 2018, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha verificato la presenza di residui di clorato nel trattamento degli alimenti e dell’acqua potabile.

Dalle risultanze è emerso che

  • i residui di clorato sono presenti a livelli che superano di frequente l’LMR di base pari a 0,01 mg/kg
  • tali livelli variano in funzione dell’origine e del prodotto.

Allo stato, dunque, anche in concomitanza di buone prassi, non è possibile raggiungere livelli di residui di clorato conformi all’LMR vigente pari a 0,01 mg/kg.

Il parere scientifico dell’EFSA sul clorato

L’EFSA ha dunque adottato, alla luce di quanto sopra, un parere scientifico inerente ai rischi per la salute pubblica connessi alla presenza di clorato negli alimenti (EFSA “Scientific opinion on the risks for public health related to the presence of chlorate in food” – EFSA Journal 2015;13: 4135,103 pagg.).

L’Autorità ha stabilito per il clorato

  • una dose giornaliera tollerabile (DGT) pari a 3 μg/kg di peso corporeo al giorno
  • una dose acuta di riferimento (DAR) pari a 36 μg/kg di peso corporeo.

Sulla base dei dati raccolti nel 2014, l’EFSA ha concluso che l’esposizione alimentare acuta al clorato non supera la DAR.

Le esposizioni alimentari medie al clorato nei paesi europei superano la DGT in determinati sottogruppi della popolazione quali i lattanti e i bambini nella prima infanzia con una lieve o moderata carenza di iodio.

Le misure UE per ridurre l’esposizione

All’esito degli studi e del parere EFSA, nel 2017 gli Stati membri hanno approvato un Piano d’azione multidisciplinare, con il quale sono previste una serie di iniziative da intraprendere in parallelo, comprese misure sull’acqua potabile, l’igiene, e la fissazione di livelli massimi di residui provvisori per alimenti e mangimi.

I livelli massimi di residui di clorato negli alimenti

Con il Regolamento (UE) 2020/749 della Commissione del 4 giugno 2020 sono stati fissati i livelli massimi di residui provvisori negli alimenti.

I dati raccolti tra il 2014 e il 2018, sia dagli Stati membri che dagli operatori del settore alimentare, mostrano una tendenza generale a livelli decrescenti.

Come sopra evidenziato, i residui di clorato non derivano dall’impiego di pesticidi ma dall’impiego di soluzioni a base di cloro nella trasformazione alimentare e nel trattamento dell’acqua potabile.

Applicazione del principio ALARA

È stato ritenuto, pertanto, opportuno fissare dei livelli massimi a un tenore che sia “tanto basso quanto ragionevolmente ottenibile” (principio ALARA), attenendosi alle buone prassi di fabbricazione e garantendo al contempo la possibilità di mantenere corrette prassi igieniche.

Questo approccio garantisce la duplice esigenza che gli operatori del settore alimentare devono soddisfare:

  • prevenire e ridurre il più possibile i livelli di clorato negli alimenti al fine di tutelare la salute pubblica
  • assicurare la sicurezza microbiologica degli alimenti.

In base al principio ALARA, gli LMR provvisori per il clorato si basano sul 95° percentile dei dati di occorrenza, tenuto conto dell’uso di acqua potabile legittimamente trattata nella trasformazione alimentare.

L’allegato III del regolamento (CE) n. 396/2005 è stato, dunque, modificato conformemente all’allegato del Regolamento (UE) 2020/749 della Commissione del 4 giugno 2020.

Gli LMR provvisori per il clorato saranno rivisti entro l’8 giugno 2025.

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