Diverse mie pazienti si lamentano di non riuscire a dimagrire pur riscontrando valori buoni di ft3 ed ft4, oppure scegliendo un regime alimentare salutare, trascurando la condizione di ipotiroidismo, anche silente ovvero subclinico, che le affligge.

Quando la tiroide è lenta, ma a volte gli esami non lo confermano

Ne ho parlato in maniera approfondita nel mio secondo libro “La dieta anti-infiammatoria”, e ne ho discusso in merito alle cause più particolari nel mio ultimo libro “SOS – sistema immunitario”.

In particolare, ne “La dieta anti-infiammatoria” ho fatto un particolare esempio: si presenta da me una donna che non riesce a dimagrire, con ciclo irregolare, le borse sotto gli occhi, digestione lenta, alvo stitico, astenia cronica, iposudorazione anche in concomitanza di sforzo fisico, difficoltà nel parlare… tutti i sintomi che avverte sono tipici dell’ipotiroidismo, per cui si deduce che avrà una tiroide lenta e gli assi ormonali non perfettamente in equilibrio.

Certo, le chiederò di sottoporsi a delle analisi per capire come sta funzionando la tiroide, ma capirò già dai sintomi e dai segni esteriori rilevati che soffre di una rallentata funzionalità della ghiandola…

Tuttavia, come capita alcune volte, si può avere una cattiva funzionalità tiroidea anche con esami del sangue (TSH, ft3, ft4) nella norma; oppure con ft3 e ft4 nella norma, ma con TSH elevato.

In questo caso, si parla di ipotiroidismo subclinico, una condizione “subdola” in cui la tiroide sembra funzioni correttamente, ma in realtà la manifestazione clinica dell’ipotiroidismo è evidente.

Come mai tutto questo?

Innanzitutto, la tiroide è, infatti, una ghiandola in grado di svolgere numerose funzioni, tra le quali il mantenimento dell’equilibrio metabolico.

Se soffriamo di ipotiroidismo il nostro metabolismo andrà a rilento ed il corpo tenderà ad accumulare. Questo succede perché l’ormone biologicamente attivo fT3 è coinvolto nella catena respiratoria che avviene all’interno del mitocondrio, tramite la quale si produce l’energia che servirà al nostro organismo per le sue attività metaboliche, sotto forma di ATP.

La catena respiratoria, però, è in grado di produrre sia calore sia ATP, a seconda se gli assi metabolici siano attivati o meno. Infatti, in presenza di fT3, quindi quando la tiroide è attiva, la catena non sarà coinvolta nella produzione di ATP, ma parteciperà al processo di produzione del calore mediato dalle proteine disaccoppianti (UCP), quindi, l’organismo produrrà meno ATP, saranno meno i processi che utilizzeranno energia di sintesi (ATP), come ad esempio l’accumulo di grasso; contemporaneamente, però, produrrà calore (brucerà calorie per intenderci) che servirà per il mantenimento della temperatura dell’organismo, per questo motivo chi ha una tiroide funzionante non aumenta di peso ed ha un corpo caldo, mentre se non è funzionante si hanno brividi di freddo anche quando le temperature esterne sono alte.

L’asse tiroideo

Ma come si fa a mantenere in equilibrio l’asse tiroideo? Dobbiamo immaginare che i protagonisti dell’asse sono tre: l’ipotalamo, l’ipofisi e la tiroide; l’ipotalamo in seguito allo stimolo attivatorio produce il TRH, che arriva all’ipofisi stimolando il rilascio del TSH, che a sua volta promuove la sintesi degli ormoni tiroidei.

Lo stimolo a livello ipotalamico è adeguato nel momento in cui vi è una sufficiente presenza di leptina in circolo, un ormone prodotto dal tessuto adiposo e che segnala all’ipotalamo la possibilità di aumentare il dispendio energetico, abbassando l’introito calorico. È proprio grazie alla leptina se riusciamo a dimagrire mangiando, infatti, chi mangia cibo in quantità, di qualità e si muove costantemente, non ha problemi di attivazione metabolica e la tiroide è in perfetto equilibrio.

Non solo fT3, fT4, ma anche TSH!

Spesso, con l’invecchiamento o col proseguire degli anni, il rischio di incorrere in ipotiroidismo aumenta  e ci sono prove che suggeriscono che aumenti lievi del TSH non siano associati ad alterazioni della qualità della vita, a sintomi, a problemi cognitivi , cardiovascolari e a mortalità nei soggetti più anziani. Esistono anche prove del fatto che il trattamento dell’ipotiroidismo subclinico lieve potrebbe addirittura  non favorire la qualità della vita e / o i sintomi nelle persone anziane, anzi è  probabile che alcuni pazienti più anziani con sintomi non specifici e ipotiroidismo subclinico lieve possano essere trattati con ormoni tiroidei e potenzialmente esserne danneggiati. Questo studio esamina l’ attuale letteratura relativa all’ipotiroidismo nell’individuo più anziano e valuta l’impatto del rapporto rischio / beneficio della terapia in questa fascia di età. I sintomi dell’ipotiroidismo nelle persone anziane non sono frequenti e non sono specifici , uno studio prospettico che confronta la frequenza dei sintomi riportati ha indicato che i pazienti ipotiroidei di età ≥70 anni hanno significativamente meno probabilità di lamentare un aumento di peso, crampi muscolari o intolleranza al freddo rispetto ai pazienti ipotiroidei di età <50 anni.

Un’altra particolarità da evidenziare è che l’intervallo elettivo a cui ci si è rifatti nei dati della ricerca è valido per tutte le fasce di età  e quindi vengono considerati “ipotiroidei” e trattati  anche  anziani che in realtà non  lo sono, lo studio quindi suggerisce la necessità di avere parametri di TSH ematico differenziati per età.

Importanza della valutazione clinica nella tiroide

Come ho ben descritto nel mio secondo libro e come dico spesso, é di fondamentale importanza considerare innanzitutto i sintomi che il paziente riferisce, ed eventuali segni, poi prendere in considerazione la salute della tiroide che emerge dagli esami ecografici e, successivamente, considerare gli esiti delle analisi di laboratorio.

Di seguito, voglio illustrare alcuni esami di routine utili per l’interpretazione della salute tiroidea e il loro significato clinico.

ECOGRAFIA: NODULI CALDI (ipersecernenti con tireotossicosi, ipoecogeni), FREDDI (non secernenti, no tireotossicosi) > utile anche valutazione con ago aspirato

ANALISI UTILI VALORI:

  • T3, ci dà informazioni sulla quantità di ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea (20% circa)
  • T4, ci dà informazioni sulla quantità di ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea (80% circa)
  • fT3, è l’ormone attivo biologicamente responsabile delle funzioni tiroidee, non legato alle proteine plasmatiche
  • fT4, è il precursore dell’fT3, poi convertito dall’enzima desiodasi, non legato alle proteine plasmatiche
  • rT3, è il freno del metabolismo, prodotto dall’enzima desiodasi in seguito alla conversione
  • TSH, ormone prodotto dall’ipofisi, che stimola la produzione di T3 e T4
  • Anticorpi anti-TPO, superiori ai valori normali in caso di tiroidite autoimmune, importanti nella diagnosi
  • Anticorpi anti-Tg, superiori ai valori normali in caso di tiroidite autoimmune
  • Anticorpi anti-TSH, superiori ai livelli normali in caso di Morbo di Basedow
  • Dosaggio Glutatione Ossidato e Ridotto per verificare le difese antiossidanti
  • Paratormone (PHT), controlla il metabolismo del calcio regolandone l’assorbimento
  • Calcitonina, prodotta dalle cellule C della tiroide, controlla il metabolismo del calcio contrapponendosi al PHT
  • Tireoglobulina: Individuazione di danno tissutale a carico della tiroide per patologie autoimmuni e cancro della tiroide. Proteina coinvolta nella sintesi degli ormoni tiroidei, da dosare soprattutto quando si sospetta cancro alla tiroide. VALORI NORMALI da 5 a 25 ng/mL

Tireoglobulina alta – Cause:

  • tiroidite di Hashimoto in fase avanzata;
  • Morbo di Basedow con ipertiroidismo;
  • carcinoma papillare della tiroide (la più comune forma di carcinoma tiroideo)
  • carcinoma follicolare della tiroide
  • metastasi di carcinomi tiroidei papillare o follicolare (spesso queste metastasi sono costituite dal medesimo tessuto del tumore primario, con produzione di tireoglobulina)
  • recidive tumorali dei carcinomi papillare e follicolare
  • noduli benigni tiroidei ipersecernenti;
  • adenoma follicolare della tiroide.

In alcuni casi, un lieve aumento delle concentrazioni ematiche della glicoproteina si riscontra nei fumatori.

Tireoglobulina bassa – Cause

  • assenza tiroide, tireotossicosi

ANALISI UTILI MICROELEMENTI:

  • Vitamina A : importante da valutare perché se carente, inibisce la secrezione del TSH > riduce assorbimento iodio tiroideo e l’incorporazione dello stesso nella Tireoglobulina.
  • Selenio, è un minerale cofattore dell’enzima desiodasi, riduce il valore degli anticorpi AbTPO e AbTg
  • Zinco, è un minerale coinvolto nel mantenimento dell’integrità della barriera intestinale, detossifica dalle tossine
  • Magnesio, è un minerale coinvolto nella conversione da T4 a T3
  • Iodio (Ioduria), è un minerale indispensabile per la sintesi degli ormoni tiroidei, si dosa nelle urine delle 24 ore
  • Ferritina, per valutare lo stato del ferro coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei
  • Vitamina D (25 OH), indispensabile per il corretto funzionamento dell’asse tiroideo e del sistema immunitario

Normoproteicità e normocaloricità per la tiroide!

I principi di questo innovativo stile di vita possono essere applicati in qualsiasi tipo di patologia riguardante la tiroide, in particolar modo nell’ipotiroidismo , ovvero quando il funzionamento della ghiandola rallenta.

Ciò perché la normoproteicità, ovvero l’assunzione di adeguate quantità di proteine nella dieta, la normocaloricità, quindi il giusto apporto di calorie nella dieta al contrario delle diete ipocaloriche che invece rallentano l’asse tiroideo, infine, l’attività fisica costante sono requisiti indispensabili per l’attivazione degli assi metabolici. Infatti, in caso di ipotiroidismo è importante fare una buona colazione, abbondante, associando carboidrati integrali, proteine di qualità e fibre di frutta e verdura, elementi che dovranno essere accoppiati all’interno di ogni piatto per ogni pasto che dovrà seguire la crononutrizione, per cui il pranzo dovrà essere intermedio e la cena leggera.

Considerando l’utilità dello iodio nella sintesi degli ormoni tiroidei, è consigliabile, per evitare che la ghiandola tiroidea non abbia sufficiente quantità del minerale introdotto tramite la dieta, sono da evitare i cibi che lo chelano, come la soia o le crucifere, che se crude hanno alto potere gozzigeno.

Al contrario, nel caso di ipertiroidismo non si deve assumere iodio (né sotto forma di sale iodato e né tramite l’assunzione di alghe) per evitare la sovrastimolazione della ghiandola, ma aggiungere all’alimentazione quotidiana i cibi che lo chelano, che solitamente vengono eliminati o limitati nel caso dell’ipotiroidismo, sempre mantenendo lo stesso principio della dieta anti-infiammatoria. Infatti, anche se l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide funziona maggiormente, quindi è in grado di disperdere energia sotto forma di calore accelerando il metabolismo, bisognerà mantenere sempre l’omeostasi corporea equilibrando il funzionamento dell’asse.

Come mangiare meglio per la salute intestinale e della tiroide

A questo punto, per mantenere in buona salute l’intestino e la tiroide, è necessario procedere con una buona alimentazione e con lo stile di vita! Come? Bisogna considerare molte accortezze, le principali sono di seguito elencate:

  • Eliminare zuccheri, edulcoranti e farine raffinate dalla dieta;
  • Gestire lo stress;
  • Individuare le infiammazioni da cibo e gestirle;
  • Colazione abbondante, pranzo intermedio, cena leggera;
  • Associare proteine, carboidrati integrali e fibre ad ogni pasto;
  • Valutare l’adeguata assunzione di iodio nella dieta;
  • Attività fisica costante;
  • Evitare il consumo di gozzigeni, che limitano la funzionalità tiroidea;
  • Evitare di assumere cibi infiammatori, preferendo invece cibi ricchi di nutrienti per aiutare l’intestino a guarire e restare sano;
  • Assumere alimenti ricchi di fibre, in quanto i batteri intestinali sono in grado di fermentare le fibre e produrre acidi grassi a corta catena che a loro volta inibiscono alcuni enzimi aumentando i recettori tiroidei;
  • Utilizzare cibi fermentati, come ho parlato dell’articolo in merito all’argomento;

Ovviamente, ogni protocollo alimentare deve essere personalizzato al quadro clinico del soggetto in questione, ricordando che la dieta è personalizzata e il ruolo dello specialista in nutrizione è essenziale prima di “fare di testa propria”!

Fonti bibliografiche: Leng O. et al., Hypothyroidism in the older population. Thyroid Res.

LA TIROIDE: UNA GHIANDOLA CRUCIALE NELLA REGOLAZIONE METABOLICA (evento ECM 23 settembre 2023)

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Francesco Garritano

Francesco Garritano – Biologo Nutrizionista Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e in Scienze della Nutrizione Master in Tecniche di prevenzione e gestione dello stress e in Psicologia della Nutrizione Formazione in Biotecnologie e medicina di segnale presso l’Università LUMSA di Roma e formazione in Nutrizione Clinica per l’asse intestino-cervello Docente U.P.A.I.NU.C. (Università Popolare Accademia Internazionale di Nutrizione Clinica e Docente a contratto Università Telematica Unicusano Docente presso la scuola di Alta Formazione in Epigenetica Biofisica Nutrizione e Nutraceutica. Direttore del giornale ilcentrotirreno.it Autore testata giornalistica telematica dirittiatavola (www.dirittatavola.it) Ambulatori: Cosenza, Milano, Bari, Taranto, Tropea, Reggio Calabria, Catania

Francesco Garritano – Biologo Nutrizionista Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e in Scienze della Nutrizione Master in Tecniche di prevenzione e gestione dello stress e in Psicologia della Nutrizione Formazione in Biotecnologie e medicina di segnale presso l’Università LUMSA di Roma e formazione in Nutrizione Clinica per l’asse intestino-cervello Docente U.P.A.I.NU.C. (Università Popolare Accademia Internazionale di Nutrizione Clinica e Docente a contratto Università Telematica Unicusano Docente presso la scuola di Alta Formazione in Epigenetica Biofisica Nutrizione e Nutraceutica. Direttore del giornale ilcentrotirreno.it Autore testata giornalistica telematica dirittiatavola (www.dirittatavola.it) Ambulatori: Cosenza, Milano, Bari, Taranto, Tropea, Reggio Calabria, Catania