Zoonosi ed agenti zoonotici. Il Rapporto EFSA 2018

Le zoonosi nel 2018 ed il Rapporto EFSA: gli andamenti di campilobatteriosi, salmonellosi, listeriosi e ossinfezione da Escherichia coli.

Pubblicato su Gennaio 22, 2020, 11:29 pm
6 mins [post-views]

Il sistema dell’Unione europea per il monitoraggio e la raccolta di informazioni sulle zoonosi trova fondamento sulla direttiva sulle zoonosi 2003/99/CE, che obbliga gli Stati membri dell’UE a raccogliere dati su zoonosi, agenti zoonotici, resistenza antimicrobica e focolai di alimenti (FBO).

Ai sensi della direttiva 2003/99/CE sulle zoonosi sugli animali, cibo e alimentazione devono essere segnalati su base obbligatoria

  • i dati relativi ai seguenti otto agenti zoonotici (All. 1, elenco A): Salmonella, Campylobacter, Listeria monocytogenes, Escherichia coli (STEC) che produce tossine Shiga, Mycobacteriumbovis, Brucella, Trichinella e Echinococcus.
  • i dati relativi ai seguenti agenti e zoonosi (All. 1, elenco B): (i) zoonosi virale: calicivirus, virus dell’epatite A, virus dell’influenza, rabbia, virus trasmesso da artropodi; (ii) zoonosi batteriche: borreliosi e relativi agenti, botulismo e loro agenti, leptospirosi e loro agenti, psittacosi e loro agenti, tubercolosi dovuta ad agenti diversi da M. bovis, vibriosi e loro agenti, yersiniosi e loro agenti; (iii) zoonosi parassitarie: anisakiasi e loro agenti, criptosporidiosi e loro agenti, cisticercosi e loro agenti, toxoplasmosi e loro agenti; e (iv) altre zoonosi e agenti zoonotici come Francisella, Cysticercus e Sarcocystis.

Il rapporto annuale sulle zoonosi e sugli agenti zoonotici

L’EFSA ha pubblicato il 12 dicembre 2019 il European Union One Health 2018 Zoonoses Report, il rapporto annuale sulle zoonosi e sugli agenti zoonotici curato proprio dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Il Report riporta i dati acquisiti nell’attività di monitoraggio realizzato in 36 Paesi europei (28 Stati membri UE e 8 non-membri).

La campilobatteriosi

Nel 2018, la campilobatteriosi con 246.571 casi è stata la zoonosi più comunemente segnalata, mantenendo il triste primato imbattuto dal 2005, con quasi il 70% di tutti i casi segnalati.

La maggior parte dei casi nel 2018 di campilobatteriosi ha origine alimentare: le fonti più comuni per gli OSA sono state il latte e la carne di pollo, al pari degli anni precedenti: il 34,6% dei 3.346 campioni (di pelle di collo di carcasse di pollo refrigerate) è risultato positivo.

La campilobatteriosi è seguita da altre malattie batteriche; salmonellosi (91.857 casi), infezioni da STEC e yersiniosi sono le più frequentemente riportate.

La salmonellosi

La salmonellosi rimane la seconda infezione gastrointestinale più comunemente segnalata nell’uomo dopo la campilobatteriosi, con una percentuale pari al 41,7 di ospedalizzazione ed una mortalità dello 0,7% dei casi.

le uova tra i principali veicoli della salmonellosi

I casi di salmonellosi sono stati per lo più causati dal ceppo sono Salmonella enteritidis; i veicoli della tossoinfezione sono stati principalmente “uova e prodotti a base di uova”, seguiti da “prodotti da forno” e “alimenti miscelati”, al pari degli anni precedenti.

L’Italia, insieme a Cipro Grecia e Portogallo, è tra gli Stati con un tasso di infezione più basso, 6 casi per 100.000 abitanti.

La listeriosi

I dati relativi alla listeriosi nel 2018 restano preoccupanti.

Sulla base dei dati sulla gravità (analizzati in base al ricovero e all’esito dei casi riportati), la listeriosi (2.549 casi) è stata la zoonosi più grave con il più alto tasso di ospedalizzazione e mortalità seguito da infezione da febbre del Nilo occidentale (WNF).

La percentuale di letalità è arrivata al 15,6% dei casi.

Le infezioni da listeria sono state segnalate più comunemente nella fascia di età superiore a 64 anni e in particolare nella fascia di età superiore a 84 anni.

Nel 2018, sono stati segnalati nell’UE 14 focolai di listeriosi di origine alimentare. Tre Paesi hanno riferito 46 casi relativi ad un focolaio generato da di L. monocytogenes S T6 legato a verdure congelate.

Nel corso del 2018, “le verdure e i succhi e altri prodotti” sono stati il ​​veicolo alimentare che ha provocato le tossinfezioni alimentari con prove più evidenti, mentre nel 2010-2017, i maggiori veicoli sono stati gli “alimenti miscelati”, seguiti da “prodotti ittici e ittici” (che anche nel 2018 mostrano la percentuale più elevata di casi positivi nei riscontri), e poi dai succhi al pari di “crostacei, molluschi, molluschi e prodotti derivati​​”.

Sulla prevenzione da listeriosi, leggi articolo

Tossinfezione da Escherichia coli

In ultimo ci soffermiamo sui dati relativi all’ Escherichia coli, i cui casi di infezione hanno registrato un incremento in UE del 39,0% rispetto al 2017.

In totale, nel 2018 sono stati segnalati a livello dell’UE 48 focolai di STEC (Shiga toxin-producing Escherichia coli) di cui 43 di origine alimentare e 5 di origine idrica.

I maggiori veicoli alimentari sono stati il formaggio ed il latte, carne bovina e loro prodotti (fino al 2017 principale veicolo) ed, in ultimo, frutta e verdura e altri prodotti derivati​.

CONGELAZIONE DEGLI ALIMENTI E CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE. LA RECENTE DECISIONE DELLA CASSAZIONE

Redazione